Trieste: Piazza Venezia 5. Palazzo Revoltella.

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Trieste: Piazza Venezia 5. Palazzo Revoltella.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazza Venezia 5. Palazzo Revoltella.
Sede del Civico Museo Revoltella (posto tra Via Armando Diaz 27, Via Luigi Cadorna 26 e Piazza Venezia 5), L’edificio venne costruito tra il 1852 ed il 1858 su progetto dell’architetto berlinese Federico Hitzig (allievo di Schinkel, autore anche del progetto del casino Ferdinandeo sul colle di Farneto), per volere del nobile Pasquale Revoltella. Il 23 febbraio 1859 venne inaugurato il palazzo con una festa da ballo alla presenza dell’Arciduca Massimiliano. La struttura, a tre piani fuori terra, presenta un pianterreno con rivestimento a bugnato che sostiene una cornice marcapiano aggettante, riproposta anche al livello superiore.
Una fascia decorativa con motivi a ghirlande spicca nella parte alta della superficie. A coronamento dell’edificio si trova una balaustra. Il lato breve, su Piazza Venezia, è caratterizzato al pianterreno da un portale d’ingresso ad arco sopra al quale sporge un balconcino con balaustra. L’elemento di maggior risalto è la loggia aggettante del terzo piano, che presenta tre aperture ad arco sulla cui sommità spiccano quattro statue. Per disposizione testamentaria del barone Revoltella, dal 1870 il palazzo ospita il Civico Museo Revoltella. Grazie al lascito del suo fondatore in pochi decenni le collezioni del museo sono state arricchite sia attraverso l’acquisto di opere d’arte, spesso provenienti dalle prime Esposizioni Internazionali, sia attraverso donazioni da parte di privati. Nel 1963 iniziarono i lavori di ristrutturazione, estesi anche al vicino Palazzo Brunner, su progetto di Carlo Scarpa, basato su una nuova distribuzione degli spazi interni con la creazione di grandi sale e una terrazza sul tetto. I lavori previsti terminarono solamente nel 1991 grazie agli interventi degli architetti Franco Vattolo e Giampaolo Batoli. Un anno dopo il museo venne riaperto al pubblico. Attualmente la collezione esposta, estesa su 4000 mq, è costituita da 350 opere di pittura e scultura, dagli autori italiani del secondo Ottocento, come Fattori e Morelli, agli artisti friulani del primo Novecento, tra i quali si possono citare Spacal, Zigaina e Mascherini. Nell’atrio principale, ai piedi dello scalone che porta ai piani superiori, si può ammirare la Fontana della Ninfa delle Sorgenti di Aurisina, opera dello scultore milanese Pietro Magni. Alcune sale del palazzo conservano ancora gli arredi originali della dimora del barone Pasquale Revoltella. La struttura offre anche diversi servizi, una consistente biblioteca e una sala studio. (da: biblioteche.comune.trieste.it)
Le quattro statue sulla facciata del Museo Revoltella verso Piazza Venezia sono opera del veneto Angelo Cameroni, autore anche di una Madonna per la facciata del Castello di Miramare; le quattordici cariatidi che sostenevano il tetto del Teatro Armonia; oltre a numerosi monumenti funerari del cimitero.
– Pasquale Revoltella (Venezia, 1795 – Trieste, 8 settembre 1869) è stato un imprenditore ed economista italiano. Nato da una famiglia di commercianti di carni che nel 1797 si trasferì a Trieste dopo la caduta della Repubblica, nel 1835 fondò una ditta per le importazione di legnami e granaglie che si affermò rapidamente, raggiungendo in breve tempo una certa disponibilità finanziaria che gli consentì di acquisire diverse partecipazione in molte società triestine. Fu uno dei primi azionisti delle Assicurazioni Generali e consigliere d’amministrazione del Lloyd Austriaco e fu amico del barone Carlo Ludovico von Bruck, uno dei fondatori e presidente della società di navigazione e futuro ministro del Commercio e delle Finanze austriache. Partecipò con impegno all’apertura del canale di Suez, ritenuto determinante per lo sviluppo economico di Trieste, strettamente legato ai traffici marittimi. Per il suo contributo determinante venne nominato vicepresidente della Compagnia universale del Canale di Suez. Nel 1860 fu incriminato e imprigionato dalle autorità austriache in seguito alle accuse di illeciti riguardanti le forniture date all’esercito durante la guerra con l’Italia nel 1859. Fu scagionato dopo poco tempo, ma perse uno dei suoi massimi sostenitori, il ministro Carlo Ludovico von Bruck, implicato nella vicenda, che si uccise. Nel 1867 l’imperatore Francesco Giuseppe gli conferì il titolo di barone riabilitandolo completamente.

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