Pedena / Pićan 1976

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Pedena / Pićan 1976(Foto: Sergio Sergas)

Antichi sistemi per la conservazione del fieno all’aperto, in riva all’immancabile laco per l’abbeverata. Questo posto si trovava a poche decine di metri dall’ingresso alla città. Pedena era una delle sedi vescovili più antiche, piccole e longeve al mondo, ma sicuramente la più povera.

Nell’antichità Pedena era un “castrum” romano, posto su una collina di 360 metri, al centro dell’Istria, circondato da una cerchia di muraglioni. Con le frazioni contava 2.500 abitanti. Il cristianesimo vi entrò con S. Ermagora nel 50 d.C. attraverso l’unica porta detta “romana”. Nella cattedrale, davanti al trono vescovile, si allungano nelle tre navate le tombe dei vescovi che la ressero dal V secolo fino al 1788, quando Giuseppe II, figlio di Maria Teresa, la soppresse. Fu chiamato “imperatore sacrestano” perché volle riformare la chiesa sopprimendo 2.000 conventi. La sua politica passò alla storia col nome di “giuseppinismo”.

Sergio Sergas: Fotografo e videoamatore classe 1947, da cinquant’anni documenta la città di Trieste e il Territorio, con una particolare attenzione alle tradizioni delle popolazioni istriane. Suoi più di 1500 video, pubblicati su You Tube e Fb.

Ippodromo di Montebello, anni ’20

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Ippodromo di Montebello, anni ’20. (Post di Giancarla Scubini)


L’Ippodromo di Montebello venne realizzato su progetto di Ruggero Berlam, con la grande pista ellittica, le tribune e il palco in legno in stile Liberty. Venne inaugurato il 4 settembre 1892 alla presenza di 15.000 spettatori.
Ci fu una gran festa ippica e mondana alla presenza di nobili e autorità, con sfoggio di carrozze e toilette. Lo stesso giorno, per l’occasione, si tennero anche in città varie manifestazioni e festeggiamenti con la partecipazione dell’orchestra e del coro in Piazza Grande, una cavalcata a Sant’Andrea e una gita nel golfo con il piroscafo Hungaria.

Grisignana / Groznjan, stazione della Parenzana

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Grisignana, Stazione della Parenzana inizi ‘900 (Post di Giulio Ruzzier)

Grisignana, Stazione della Parenzana oggi (Foto di Giulio Ruzzier)

Grisignana, l’antica Graeciniana, il cui nome deriva da Grisium – colle roccioso – è un comune croato di 736 abitanti, nella Regione istriana, che si erge su un colle discosto dalla strada principale.
Fu un importante insediamento in età preromana, e più tardi castrum romano. Popolata da popolazioni autoctone fin dai tempi dell’antica Roma, a Ponte Portòn, nei pressi del fiume Quieto, passava la via consolare romana Flavia e vi era il porto di Bastia, che fu attivo per secoli con il fiume transitabile dall’Antenal di Cittanova fino alle Terme di S. Stefano. Alla foce del torrente che scende da Portole, sorse il monastero benedettino di San Pietro, che dipendeva dall’antico monastero di San Giovanni Battista di Cittanova.
Nel 1100 apparvero alcune notizie di un centro denominato Castrum Grisiniana. Cento anni più tardi entrò a far parte del dominio dei Pietrapelosa, per rimanervi fino al 1339. Da questo periodo ritornerà sotto i patriarchi di Aquileia che la cederanno quale feudo ad alcuni nobili friulani. Grisignana, dopo alterne vicende, passò dal 1358 fino al 1797 sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Nel 1359 Dolfin trasferì la sua residenza ufficiale da Umago a Grisignana; tra il 1360 ed il 1367 la cittadina fu fortificata con possenti mura e venne costruito il palazzo Ducale. Verso il 1445, le mura del borgo furono rinforzate per fronteggiare i Turchi. Dopo la peste del 1630 l’area di Grisignana rimase quasi spopolata. Allo scopo di rivitalizzarla Venezia vi trasferì famiglie venete e friulane, croati e morlacchi slavizzati. Dopo il 1797, in seguito al Trattato di Campoformio, Grisignana passò all’Impero Austriaco fino al 1803, quando venne occupata dai francesi; nel 1805, per volere dello stesso Napoleone, passò sotto il neocostituito Regno d’Italia. Con la sconfitta di Napoleone ritornò sotto il dominio dell’Impero Austriaco. Nel 1834 venne in parte ricostruita la chiesetta Santi Cosma e Damiano dotata di un piccolo campanile a vela senza campane. Nel 1770 fu rifatto il Duomo (attestato già nel 1310), in stile barocco. Sono ancora visibili delle fortificazioni risalenti al periodo veneziano, con due porte, di cui la porta Maggiore, dotata di ponte levatoio, reca lo stemma del capitano Pietro Dolfin.
Alla fine della Seconda guerra mondiale Grisignana fu prima inserita della zona “B” del Territorio Libero di Trieste e poi annessa alla Jugoslavia.