Trieste – Fontanone in piazza della Caserma, attuale piazza Dalmazia

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Questo fontanone si trovava in piazza della Caserma, attuale piazza Dalmazia, di fronte all'esteso complesso della Caserma Grande. Le attese per attingere l'acqua erano sempre molto lunghe e le liti quotidiane, soprattutto per la grande quantità di carri che stazionavano nella zona, venivano lavate le botti, abbeverati i cavalli a discapito delle donne che si recavano con secchi e mastelli. 
Il fontanone ottagonale dalle forme eclettiche sorge nel 1851 su progetto di Giuseppe Sforzi, (1801-1883)ha una copertura metallica a pagoda sormontata da un'alabarda. La copertura non risulta nel progetto originale di Sforzi. La costruzione fu demolita nel 1923. 
Foto collezione Antonio Paladini

Piazza Vittorio Veneto : Fontana dei Tritoni e nuova Fontana

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Piazza Vittorio Veneto : Fontana dei Tritoni e nuova Fontana.
Foto Olivia Siauss

Piazza Vittorio Veneto: Città Nuova-Barriera Nuova. Lungo via Roma, tra le vie G. Galatti e Milano.

Già piazza della Dogana, mutò denominazione nel 1894 quando, compiuto il nuovo palazzo delle Poste, si stabilì di battezzarla «piazza delle Poste» (delibera Del. Mun. d.d. 2.3.1894). Con delibera Giunta Municipale d.d. 28.3.1919 n. IX-31/5-19 la piazza delle Poste divenne «piazza Vittorio Veneto », a ricordo della battaglia combattuta tra il 24 ottobre e il 3 novembre 1918 che portò alla sconfitta dell’esercito austroungarico. Al n. civ. 1 di piazza Vittorio Veneto si trova il palazzo delle Poste e Telecomunicazioni, costruito tra il 1890 ed il 1893 su progetto dell’architetto viennese F. Setz, ove prima sorgeva l’edificio della Dogana. Di fronte, al n. civ. 3, si nota il palazzo della Direzione compartimentale delle Ferrovie dello Stato, costruito tra il 1894 ed il 1895 su progetto dell’arch. R. Sagors. Al centro della piazza si trovava originariamente un fontanone ottocentesco, trasportato alla fine del secolo presso il varco di Trebiciano e lì inaugurato, dopo gli opportuni adattamenti, il 29 giugno 1897 come vedetta Alice (della Società Alpina delle Giulie, distrutta durante il primo conflitto mondiale). Rimasta libera la piazza, vi venne costruita nel 1898 in tutta fretta la fontana dei Tritoni (arch. F. Schrantz) onde evitare che fosse occupata da una statua dell’imperatore Francesco Giuseppe I (poi collocata all’interno del palazzo delle Poste).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.

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Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.
– La piazza prima di essere intitolata a Garibaldi, ha avuto più denominazioni: Piazza della Stranga (dal tedesco Schranke, dogana) per la presenza della dogana, Piazza della Marina per il palazzo dove avrebbe dovuto avere sede il Comando Supremo della Marina Militare e Piazza Elisabetta in onore dell’Imperatrice d’Austria che visitò Trieste per la prima volta nel 1856 e per la quale nel 1858 fu eretta la fontana posta al centro della piazza, opera dello scultore triestino Giovanni Depaul (1858) su disegno dell’Architetto Vallon.
– Palazzo Polifemo fu costruito nel 1882 con i capitali della Banca Union di Vienna. Avrebbe dovuto ospitare in un primo tempo il Comando Supremo della Marina Militare ed in un secondo tempo la sede centrale della banca stessa ma alla fine non si fece nulla. A quel punto fu ristrutturato internamente rendendolo adatto ad ospitare appartamenti. Originariamente, il foro nel gruppo scultoreo sulla facciata avrebbe dovuto contenere un orologio e i cittadini per burla chiamarono il palazzo Polifemo.

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Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.
– La piazza prima di essere intitolata a Garibaldi, ha avuto più denominazioni: Piazza della Stranga (dal tedesco Schranke, dogana) per la presenza della dogana, Piazza della Marina per il palazzo dove avrebbe dovuto avere sede il Comando Supremo della Marina Militare e Piazza Elisabetta in onore dell’Imperatrice d’Austria che visitò Trieste per la prima volta nel 1856 e per la quale nel 1858 fu eretta la fontana posta al centro della piazza, opera dello scultore triestino Giovanni Depaul (1858) su disegno dell’Architetto Vallon.
– Palazzo Polifemo fu costruito nel 1882 con i capitali della Banca Union di Vienna. Avrebbe dovuto ospitare in un primo tempo il Comando Supremo della Marina Militare ed in un secondo tempo la sede centrale della banca stessa ma alla fine non si fece nulla. A quel punto fu ristrutturato internamente rendendolo adatto ad ospitare appartamenti. Originariamente, il foro nel gruppo scultoreo sulla facciata avrebbe dovuto contenere un orologio e i cittadini per burla chiamarono il palazzo Polifemo.

Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.

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Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.
– La piazza prima di essere intitolata a Garibaldi, ha avuto più denominazioni: Piazza della Stranga (dal tedesco Schranke, dogana) per la presenza della dogana, Piazza della Marina per il palazzo dove avrebbe dovuto avere sede il Comando Supremo della Marina Militare e Piazza Elisabetta in onore dell’Imperatrice d’Austria che visitò Trieste per la prima volta nel 1856 e per la quale nel 1858 fu eretta la fontana posta al centro della piazza, opera dello scultore triestino Giovanni Depaul (1858) su disegno dell’Architetto Vallon.
– Palazzo Polifemo fu costruito nel 1882 con i capitali della Banca Union di Vienna. Avrebbe dovuto ospitare in un primo tempo il Comando Supremo della Marina Militare ed in un secondo tempo la sede centrale della banca stessa ma alla fine non si fece nulla. A quel punto fu ristrutturato internamente rendendolo adatto ad ospitare appartamenti. Originariamente, il foro nel gruppo scultoreo sulla facciata avrebbe dovuto contenere un orologio e i cittadini per burla chiamarono il palazzo Polifemo.

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Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.
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Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo.
– La piazza prima di essere intitolata a Garibaldi, ha avuto più denominazioni: Piazza della Stranga (dal tedesco Schranke, dogana) per la presenza della dogana, Piazza della Marina per il palazzo dove avrebbe dovuto avere sede il Comando Supremo della Marina Militare e Piazza Elisabetta in onore dell’Imperatrice d’Austria che visitò Trieste per la prima volta nel 1856 e per la quale nel 1858 fu eretta la fontana posta al centro della piazza, opera dello scultore triestino Giovanni Depaul (1858) su disegno dell’Architetto Vallon.
– Palazzo Polifemo fu costruito nel 1882 con i capitali della Banca Union di Vienna. Avrebbe dovuto ospitare in un primo tempo il Comando Supremo della Marina Militare ed in un secondo tempo la sede centrale della banca stessa ma alla fine non si fece nulla. A quel punto fu ristrutturato internamente rendendolo adatto ad ospitare appartamenti. Originariamente, il foro nel gruppo scultoreo sulla facciata avrebbe dovuto contenere un orologio e i cittadini per burla chiamarono il palazzo Polifemo.

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– La piazza prima di essere intitolata a Garibaldi, ha avuto più denominazioni: Piazza della Stranga (dal tedesco Schranke, dogana) per la presenza della dogana, Piazza della Marina per il palazzo dove avrebbe dovuto avere sede il Comando Supremo della Marina Militare e Piazza Elisabetta in onore dell’Imperatrice d’Austria che visitò Trieste per la prima volta nel 1856 e per la quale nel 1858 fu eretta la fontana posta al centro della piazza, opera dello scultore triestino Giovanni Depaul (1858) su disegno dell’Architetto Vallon.
– Palazzo Polifemo fu costruito nel 1882 con i capitali della Banca Union di Vienna. Avrebbe dovuto ospitare in un primo tempo il Comando Supremo della Marina Militare ed in un secondo tempo la sede centrale della banca stessa ma alla fine non si fece nulla. A quel punto fu ristrutturato internamente rendendolo adatto ad ospitare appartamenti. Originariamente, il foro nel gruppo scultoreo sulla facciata avrebbe dovuto contenere un orologio e i cittadini per burla chiamarono il palazzo Polifemo.

Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.

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Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.
La Fontana dei Tritoni è opera dallo scultore altoatesino Franz Schranz su commissione del Comune. E’ stata eretta nel 1897 in onore dei 50 anni del regno dell’imperatore Francesco Giuseppe I, anniversario che sarebbe ricorso l’anno dopo. Dalla conchiglia sostenuta da due tritoni e una nereide sgorga l’acqua che bagna le divinità. La vasca è stata realizzata in pietra d’Aurisina.

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Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.
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La Fontana dei Tritoni è opera dallo scultore altoatesino Franz Schranz su commissione del Comune. E’ stata eretta nel 1897 in onore dei 50 anni del regno dell’imperatore Francesco Giuseppe I, anniversario che sarebbe ricorso l’anno dopo. Dalla conchiglia sostenuta da due tritoni e una nereide sgorga l’acqua che bagna le divinità. La vasca è stata realizzata in pietra d’Aurisina.

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Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.
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La Fontana dei Tritoni è opera dallo scultore altoatesino Franz Schranz su commissione del Comune. E’ stata eretta nel 1897 in onore dei 50 anni del regno dell’imperatore Francesco Giuseppe I, anniversario che sarebbe ricorso l’anno dopo. Dalla conchiglia sostenuta da due tritoni e una nereide sgorga l’acqua che bagna le divinità. La vasca è stata realizzata in pietra d’Aurisina.

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Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.
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Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.
La Fontana dei Tritoni è opera dallo scultore altoatesino Franz Schranz su commissione del Comune. E’ stata eretta nel 1897 in onore dei 50 anni del regno dell’imperatore Francesco Giuseppe I, anniversario che sarebbe ricorso l’anno dopo. Dalla conchiglia sostenuta da due tritoni e una nereide sgorga l’acqua che bagna le divinità. La vasca è stata realizzata in pietra d’Aurisina.

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Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazza Vittorio Veneto. Fontana dei Tritoni.
La Fontana dei Tritoni è opera dallo scultore altoatesino Franz Schranz su commissione del Comune. E’ stata eretta nel 1897 in onore dei 50 anni del regno dell’imperatore Francesco Giuseppe I, anniversario che sarebbe ricorso l’anno dopo. Dalla conchiglia sostenuta da due tritoni e una nereide sgorga l’acqua che bagna le divinità. La vasca è stata realizzata in pietra d’Aurisina.

Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.

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Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.
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Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.
Inizialmente nella Piazza Ponterosso , come testimonia la cartografia dell’epoca, era prevista la costruzione di due fontane divise dalla Contrada del Ponterosso (attuale via Roma) . Per questioni economiche venne realizzata solo una . Il progetto della seconda fontana sarà utilizzato, un paio d’ anni dopo, per la vasca della fontana del Nettuno, ora in Piazza della Borsa. Nel 1753 ad opera di Giovanni Mazzoleni fu eretta la fontana nota con il nome di ” Giovanin del Ponterosso” Si pensa che il nome derivi dal fatto che le acque della fontana provenivano dall’ acquedotto di San Giovanni. Il puttino fu posto solo nel 1761 ad opera dello scultore Tedesco Giovanni Carlo Wagner. La fontana è di gusto barocco, con la parte centrale piuttosto articolata, con una rigogliosa vegetazione di pietra, l’acqua della grande conchiglia esce attraverso i tre mascheroni ricadendo nelle conche sottostanti e sgorga a getto continuo dai telamoni scivolando nella vasca principale. Le venderigole della piazza in occasione della festa di San Giovanni , il 24 giugno, ricoprivano Giovanin con ghirlande di fiori. Nel 1947 la fontana è stata restaurata dallo scultore triestino Ruggero Rovan. (da: trieste-di-ieri-e-di-oggi.it)

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Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.
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Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.
Inizialmente nella Piazza Ponterosso , come testimonia la cartografia dell’epoca, era prevista la costruzione di due fontane divise dalla Contrada del Ponterosso (attuale via Roma) . Per questioni economiche venne realizzata solo una . Il progetto della seconda fontana sarà utilizzato, un paio d’ anni dopo, per la vasca della fontana del Nettuno, ora in Piazza della Borsa. Nel 1753 ad opera di Giovanni Mazzoleni fu eretta la fontana nota con il nome di ” Giovanin del Ponterosso” Si pensa che il nome derivi dal fatto che le acque della fontana provenivano dall’ acquedotto di San Giovanni. Il puttino fu posto solo nel 1761 ad opera dello scultore Tedesco Giovanni Carlo Wagner. La fontana è di gusto barocco, con la parte centrale piuttosto articolata, con una rigogliosa vegetazione di pietra, l’acqua della grande conchiglia esce attraverso i tre mascheroni ricadendo nelle conche sottostanti e sgorga a getto continuo dai telamoni scivolando nella vasca principale. Le venderigole della piazza in occasione della festa di San Giovanni , il 24 giugno, ricoprivano Giovanin con ghirlande di fiori. Nel 1947 la fontana è stata restaurata dallo scultore triestino Ruggero Rovan. (da: trieste-di-ieri-e-di-oggi.it)

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Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.
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Inizialmente nella Piazza Ponterosso , come testimonia la cartografia dell’epoca, era prevista la costruzione di due fontane divise dalla Contrada del Ponterosso (attuale via Roma) . Per questioni economiche venne realizzata solo una . Il progetto della seconda fontana sarà utilizzato, un paio d’ anni dopo, per la vasca della fontana del Nettuno, ora in Piazza della Borsa. Nel 1753 ad opera di Giovanni Mazzoleni fu eretta la fontana nota con il nome di ” Giovanin del Ponterosso” Si pensa che il nome derivi dal fatto che le acque della fontana provenivano dall’ acquedotto di San Giovanni. Il puttino fu posto solo nel 1761 ad opera dello scultore Tedesco Giovanni Carlo Wagner. La fontana è di gusto barocco, con la parte centrale piuttosto articolata, con una rigogliosa vegetazione di pietra, l’acqua della grande conchiglia esce attraverso i tre mascheroni ricadendo nelle conche sottostanti e sgorga a getto continuo dai telamoni scivolando nella vasca principale. Le venderigole della piazza in occasione della festa di San Giovanni , il 24 giugno, ricoprivano Giovanin con ghirlande di fiori. Nel 1947 la fontana è stata restaurata dallo scultore triestino Ruggero Rovan. (da: trieste-di-ieri-e-di-oggi.it)

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Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.
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Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.
Inizialmente nella Piazza Ponterosso , come testimonia la cartografia dell’epoca, era prevista la costruzione di due fontane divise dalla Contrada del Ponterosso (attuale via Roma) . Per questioni economiche venne realizzata solo una . Il progetto della seconda fontana sarà utilizzato, un paio d’ anni dopo, per la vasca della fontana del Nettuno, ora in Piazza della Borsa. Nel 1753 ad opera di Giovanni Mazzoleni fu eretta la fontana nota con il nome di ” Giovanin del Ponterosso” Si pensa che il nome derivi dal fatto che le acque della fontana provenivano dall’ acquedotto di San Giovanni. Il puttino fu posto solo nel 1761 ad opera dello scultore Tedesco Giovanni Carlo Wagner. La fontana è di gusto barocco, con la parte centrale piuttosto articolata, con una rigogliosa vegetazione di pietra, l’acqua della grande conchiglia esce attraverso i tre mascheroni ricadendo nelle conche sottostanti e sgorga a getto continuo dai telamoni scivolando nella vasca principale. Le venderigole della piazza in occasione della festa di San Giovanni , il 24 giugno, ricoprivano Giovanin con ghirlande di fiori. Nel 1947 la fontana è stata restaurata dallo scultore triestino Ruggero Rovan. (da: trieste-di-ieri-e-di-oggi.it)

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Inizialmente nella Piazza Ponterosso , come testimonia la cartografia dell’epoca, era prevista la costruzione di due fontane divise dalla Contrada del Ponterosso (attuale via Roma) . Per questioni economiche venne realizzata solo una . Il progetto della seconda fontana sarà utilizzato, un paio d’ anni dopo, per la vasca della fontana del Nettuno, ora in Piazza della Borsa. Nel 1753 ad opera di Giovanni Mazzoleni fu eretta la fontana nota con il nome di ” Giovanin del Ponterosso” Si pensa che il nome derivi dal fatto che le acque della fontana provenivano dall’ acquedotto di San Giovanni. Il puttino fu posto solo nel 1761 ad opera dello scultore Tedesco Giovanni Carlo Wagner. La fontana è di gusto barocco, con la parte centrale piuttosto articolata, con una rigogliosa vegetazione di pietra, l’acqua della grande conchiglia esce attraverso i tre mascheroni ricadendo nelle conche sottostanti e sgorga a getto continuo dai telamoni scivolando nella vasca principale. Le venderigole della piazza in occasione della festa di San Giovanni , il 24 giugno, ricoprivano Giovanin con ghirlande di fiori. Nel 1947 la fontana è stata restaurata dallo scultore triestino Ruggero Rovan. (da: trieste-di-ieri-e-di-oggi.it)

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Trieste: Piazza Ponterosso. Giovanin del Ponterosso.
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Inizialmente nella Piazza Ponterosso , come testimonia la cartografia dell’epoca, era prevista la costruzione di due fontane divise dalla Contrada del Ponterosso (attuale via Roma) . Per questioni economiche venne realizzata solo una . Il progetto della seconda fontana sarà utilizzato, un paio d’ anni dopo, per la vasca della fontana del Nettuno, ora in Piazza della Borsa. Nel 1753 ad opera di Giovanni Mazzoleni fu eretta la fontana nota con il nome di ” Giovanin del Ponterosso” Si pensa che il nome derivi dal fatto che le acque della fontana provenivano dall’ acquedotto di San Giovanni. Il puttino fu posto solo nel 1761 ad opera dello scultore Tedesco Giovanni Carlo Wagner. La fontana è di gusto barocco, con la parte centrale piuttosto articolata, con una rigogliosa vegetazione di pietra, l’acqua della grande conchiglia esce attraverso i tre mascheroni ricadendo nelle conche sottostanti e sgorga a getto continuo dai telamoni scivolando nella vasca principale. Le venderigole della piazza in occasione della festa di San Giovanni , il 24 giugno, ricoprivano Giovanin con ghirlande di fiori. Nel 1947 la fontana è stata restaurata dallo scultore triestino Ruggero Rovan. (da: trieste-di-ieri-e-di-oggi.it)

Trieste: La fontana della pineta di Barcola detta anche “fontana luminosa”

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La fontana della pineta di Barcola detta anche "fontana luminosa" venne inaugurata nel 1963. Ricordo che al tempo ci furono contestazioni per l'installazione di questa fontana, anche se non so per quali motivi. Per un periodo gli spruzzi creavano dei bei effetti, cambiando colore, probabilmente per fattori legati alla manutenzione vennero tolte le lampadine colorate. Non so quando, ma gli zampilli furono sostituiti da un getto unico. Foto collezione privata

Trieste: Piazza della Borsa. Fontana del Nettuno.

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Trieste: Piazza della Borsa. La Fontana del Nettuno.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazza della Borsa. La Fontana del Nettuno.
Opera realizzata dall’architetto bergamasco Giovanni Mazzoleni (1750). Precedentemente era sistemata in Piazza Venezia dove era stata spostata per sostituire quella di Massimiliano d’Austria a sua volta spostata nel Parco di Miramare. Ora ricollocata in Piazza della Borsa, mentre la statua di Massimiliano d’Austria è ritornata in Piazza Veneziadopo la sua riqualificazione.
– “Il 24 marzo 1755 il primo tenente d’artiglieria ingegnere Giovanni Corrado de Gerhard, direttore della Commissione alle Fabriche, stese con Giovanni Mazzoleni l’accordo “per l’erezione d’una fontana vicino al Canal Piccolo nella Città Teresa”. Il contratto, approvato il 5 aprile dal capitano civile e comandante militare conte de Hamilton, prevedeva la realizzazione dell’opera a norma di un disegno generale, a cui lo scultore doveva attenersi non solo nelle dimensioni indicate, ma soprattutto nell’aspetto del gruppo scultoreo. All’epoca, il luogo sul quale venne eretta questa elegante fontana era un’area appena interrata che sul lato verso la Città Vecchia era delimitata dal tracciato delle mura medievali, fatte demolire con decreto del 1749 dall’imperatrice Maria Teresa, e l’unico grande edificio allora esistente era quello della Dogana (1750-54). Quest’ultimo si presentava come un’estesa costruzione di forme lineari, decorata unicamente da un ampio balcone sovrapposto al portale di forme settecentesche ed era collocato sul fondo dove ora sorge il Palazzo del Tergesteo. Il sito ancora extraurbano si apriva direttamente verso il mare in linea con il Canal Piccolo, ancora esistente sull’area poi interrata per la costruzione del palazzo della Borsa: sarà quindi molto più tarda la valorizzazione scenografica di questa piazza dalla forma di triangolo irregolare, in cui la fontana si è col tempo trovata in una posizione nè esattamente al centro, nè in un punto funzionalmente coerente alla struttura urbanistica del luogo.
“Con il pretesto che “costituiva un forte ingombro alla viabilità”, il 9 giugno 1930 la fontana fu tolta dal luogo che l’aveva ospitata per ben 165 anni. Smontata, rimase nei depositi comunali fino a quando, il 30 giugno 1951, la nuova ricostruzione attuata dallo scultore Nino Spagnoli e promossa dalla Società di Minerva – fu inaugurata in piazza Venezia alla presenza del sindaco Gianni Bartoli. Il lavoro di montaggio comportò allo Spagnoli un difficile impegno di restauro e ricostruzione dei numerosi pezzi della fontana, mal conservati o dispersi durante i lunghi trentun anni di deposito. La fontana fu collocata nel punto in cui sorgeva il monumento a Ferdinando Massimiliano, da qui allontanato per motivi politici nel 1920. Bene si inserì questa fontana, circondata da un piccolo giardino munito di comode panchine tra alberi e fiori, in una piazza dal limpido scenario sul mare aperto, degno dello sguardo dominatore del dio Nettuno.” (da: paolorovis blogspot)

Trieste: Piazza della Borsa. Fontana del Nettuno.

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Opera realizzata dall’architetto bergamasco Giovanni Mazzoleni (1750). Precedentemente era sistemata in Piazza Venezia dove era stata spostata per sostituire quella di Massimiliano d’Austria a sua volta spostata nel Parco di Miramare. Ora ricollocata in Piazza della Borsa, mentre la statua di Massimiliano d’Austria è ritornata in Piazza Veneziadopo la sua riqualificazione.
– “Il 24 marzo 1755 il primo tenente d’artiglieria ingegnere Giovanni Corrado de Gerhard, direttore della Commissione alle Fabriche, stese con Giovanni Mazzoleni l’accordo “per l’erezione d’una fontana vicino al Canal Piccolo nella Città Teresa”. Il contratto, approvato il 5 aprile dal capitano civile e comandante militare conte de Hamilton, prevedeva la realizzazione dell’opera a norma di un disegno generale, a cui lo scultore doveva attenersi non solo nelle dimensioni indicate, ma soprattutto nell’aspetto del gruppo scultoreo. All’epoca, il luogo sul quale venne eretta questa elegante fontana era un’area appena interrata che sul lato verso la Città Vecchia era delimitata dal tracciato delle mura medievali, fatte demolire con decreto del 1749 dall’imperatrice Maria Teresa, e l’unico grande edificio allora esistente era quello della Dogana (1750-54). Quest’ultimo si presentava come un’estesa costruzione di forme lineari, decorata unicamente da un ampio balcone sovrapposto al portale di forme settecentesche ed era collocato sul fondo dove ora sorge il Palazzo del Tergesteo. Il sito ancora extraurbano si apriva direttamente verso il mare in linea con il Canal Piccolo, ancora esistente sull’area poi interrata per la costruzione del palazzo della Borsa: sarà quindi molto più tarda la valorizzazione scenografica di questa piazza dalla forma di triangolo irregolare, in cui la fontana si è col tempo trovata in una posizione nè esattamente al centro, nè in un punto funzionalmente coerente alla struttura urbanistica del luogo.
“Con il pretesto che “costituiva un forte ingombro alla viabilità”, il 9 giugno 1930 la fontana fu tolta dal luogo che l’aveva ospitata per ben 165 anni. Smontata, rimase nei depositi comunali fino a quando, il 30 giugno 1951, la nuova ricostruzione attuata dallo scultore Nino Spagnoli e promossa dalla Società di Minerva – fu inaugurata in piazza Venezia alla presenza del sindaco Gianni Bartoli. Il lavoro di montaggio comportò allo Spagnoli un difficile impegno di restauro e ricostruzione dei numerosi pezzi della fontana, mal conservati o dispersi durante i lunghi trentun anni di deposito. La fontana fu collocata nel punto in cui sorgeva il monumento a Ferdinando Massimiliano, da qui allontanato per motivi politici nel 1920. Bene si inserì questa fontana, circondata da un piccolo giardino munito di comode panchine tra alberi e fiori, in una piazza dal limpido scenario sul mare aperto, degno dello sguardo dominatore del dio Nettuno.” (da: paolorovis blogspot)

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Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazza della Borsa. La Fontana del Nettuno.
Opera realizzata dall’architetto bergamasco Giovanni Mazzoleni (1750). Precedentemente era sistemata in Piazza Venezia dove era stata spostata per sostituire quella di Massimiliano d’Austria a sua volta spostata nel Parco di Miramare. Ora ricollocata in Piazza della Borsa, mentre la statua di Massimiliano d’Austria è ritornata in Piazza Veneziadopo la sua riqualificazione.
– “Il 24 marzo 1755 il primo tenente d’artiglieria ingegnere Giovanni Corrado de Gerhard, direttore della Commissione alle Fabriche, stese con Giovanni Mazzoleni l’accordo “per l’erezione d’una fontana vicino al Canal Piccolo nella Città Teresa”. Il contratto, approvato il 5 aprile dal capitano civile e comandante militare conte de Hamilton, prevedeva la realizzazione dell’opera a norma di un disegno generale, a cui lo scultore doveva attenersi non solo nelle dimensioni indicate, ma soprattutto nell’aspetto del gruppo scultoreo. All’epoca, il luogo sul quale venne eretta questa elegante fontana era un’area appena interrata che sul lato verso la Città Vecchia era delimitata dal tracciato delle mura medievali, fatte demolire con decreto del 1749 dall’imperatrice Maria Teresa, e l’unico grande edificio allora esistente era quello della Dogana (1750-54). Quest’ultimo si presentava come un’estesa costruzione di forme lineari, decorata unicamente da un ampio balcone sovrapposto al portale di forme settecentesche ed era collocato sul fondo dove ora sorge il Palazzo del Tergesteo. Il sito ancora extraurbano si apriva direttamente verso il mare in linea con il Canal Piccolo, ancora esistente sull’area poi interrata per la costruzione del palazzo della Borsa: sarà quindi molto più tarda la valorizzazione scenografica di questa piazza dalla forma di triangolo irregolare, in cui la fontana si è col tempo trovata in una posizione nè esattamente al centro, nè in un punto funzionalmente coerente alla struttura urbanistica del luogo.
“Con il pretesto che “costituiva un forte ingombro alla viabilità”, il 9 giugno 1930 la fontana fu tolta dal luogo che l’aveva ospitata per ben 165 anni. Smontata, rimase nei depositi comunali fino a quando, il 30 giugno 1951, la nuova ricostruzione attuata dallo scultore Nino Spagnoli e promossa dalla Società di Minerva – fu inaugurata in piazza Venezia alla presenza del sindaco Gianni Bartoli. Il lavoro di montaggio comportò allo Spagnoli un difficile impegno di restauro e ricostruzione dei numerosi pezzi della fontana, mal conservati o dispersi durante i lunghi trentun anni di deposito. La fontana fu collocata nel punto in cui sorgeva il monumento a Ferdinando Massimiliano, da qui allontanato per motivi politici nel 1920. Bene si inserì questa fontana, circondata da un piccolo giardino munito di comode panchine tra alberi e fiori, in una piazza dal limpido scenario sul mare aperto, degno dello sguardo dominatore del dio Nettuno.” (da: paolorovis blogspot)

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Opera realizzata dall’architetto bergamasco Giovanni Mazzoleni (1750). Precedentemente era sistemata in Piazza Venezia dove era stata spostata per sostituire quella di Massimiliano d’Austria a sua volta spostata nel Parco di Miramare. Ora ricollocata in Piazza della Borsa, mentre la statua di Massimiliano d’Austria è ritornata in Piazza Veneziadopo la sua riqualificazione.
– “Il 24 marzo 1755 il primo tenente d’artiglieria ingegnere Giovanni Corrado de Gerhard, direttore della Commissione alle Fabriche, stese con Giovanni Mazzoleni l’accordo “per l’erezione d’una fontana vicino al Canal Piccolo nella Città Teresa”. Il contratto, approvato il 5 aprile dal capitano civile e comandante militare conte de Hamilton, prevedeva la realizzazione dell’opera a norma di un disegno generale, a cui lo scultore doveva attenersi non solo nelle dimensioni indicate, ma soprattutto nell’aspetto del gruppo scultoreo. All’epoca, il luogo sul quale venne eretta questa elegante fontana era un’area appena interrata che sul lato verso la Città Vecchia era delimitata dal tracciato delle mura medievali, fatte demolire con decreto del 1749 dall’imperatrice Maria Teresa, e l’unico grande edificio allora esistente era quello della Dogana (1750-54). Quest’ultimo si presentava come un’estesa costruzione di forme lineari, decorata unicamente da un ampio balcone sovrapposto al portale di forme settecentesche ed era collocato sul fondo dove ora sorge il Palazzo del Tergesteo. Il sito ancora extraurbano si apriva direttamente verso il mare in linea con il Canal Piccolo, ancora esistente sull’area poi interrata per la costruzione del palazzo della Borsa: sarà quindi molto più tarda la valorizzazione scenografica di questa piazza dalla forma di triangolo irregolare, in cui la fontana si è col tempo trovata in una posizione nè esattamente al centro, nè in un punto funzionalmente coerente alla struttura urbanistica del luogo.
“Con il pretesto che “costituiva un forte ingombro alla viabilità”, il 9 giugno 1930 la fontana fu tolta dal luogo che l’aveva ospitata per ben 165 anni. Smontata, rimase nei depositi comunali fino a quando, il 30 giugno 1951, la nuova ricostruzione attuata dallo scultore Nino Spagnoli e promossa dalla Società di Minerva – fu inaugurata in piazza Venezia alla presenza del sindaco Gianni Bartoli. Il lavoro di montaggio comportò allo Spagnoli un difficile impegno di restauro e ricostruzione dei numerosi pezzi della fontana, mal conservati o dispersi durante i lunghi trentun anni di deposito. La fontana fu collocata nel punto in cui sorgeva il monumento a Ferdinando Massimiliano, da qui allontanato per motivi politici nel 1920. Bene si inserì questa fontana, circondata da un piccolo giardino munito di comode panchine tra alberi e fiori, in una piazza dal limpido scenario sul mare aperto, degno dello sguardo dominatore del dio Nettuno.” (da: paolorovis blogspot)

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Trieste: Piazza della Borsa. La Fontana del Nettuno.
Opera realizzata dall’architetto bergamasco Giovanni Mazzoleni (1750). Precedentemente era sistemata in Piazza Venezia dove era stata spostata per sostituire quella di Massimiliano d’Austria a sua volta spostata nel Parco di Miramare. Ora ricollocata in Piazza della Borsa, mentre la statua di Massimiliano d’Austria è ritornata in Piazza Veneziadopo la sua riqualificazione.
– “Il 24 marzo 1755 il primo tenente d’artiglieria ingegnere Giovanni Corrado de Gerhard, direttore della Commissione alle Fabriche, stese con Giovanni Mazzoleni l’accordo “per l’erezione d’una fontana vicino al Canal Piccolo nella Città Teresa”. Il contratto, approvato il 5 aprile dal capitano civile e comandante militare conte de Hamilton, prevedeva la realizzazione dell’opera a norma di un disegno generale, a cui lo scultore doveva attenersi non solo nelle dimensioni indicate, ma soprattutto nell’aspetto del gruppo scultoreo. All’epoca, il luogo sul quale venne eretta questa elegante fontana era un’area appena interrata che sul lato verso la Città Vecchia era delimitata dal tracciato delle mura medievali, fatte demolire con decreto del 1749 dall’imperatrice Maria Teresa, e l’unico grande edificio allora esistente era quello della Dogana (1750-54). Quest’ultimo si presentava come un’estesa costruzione di forme lineari, decorata unicamente da un ampio balcone sovrapposto al portale di forme settecentesche ed era collocato sul fondo dove ora sorge il Palazzo del Tergesteo. Il sito ancora extraurbano si apriva direttamente verso il mare in linea con il Canal Piccolo, ancora esistente sull’area poi interrata per la costruzione del palazzo della Borsa: sarà quindi molto più tarda la valorizzazione scenografica di questa piazza dalla forma di triangolo irregolare, in cui la fontana si è col tempo trovata in una posizione nè esattamente al centro, nè in un punto funzionalmente coerente alla struttura urbanistica del luogo.
“Con il pretesto che “costituiva un forte ingombro alla viabilità”, il 9 giugno 1930 la fontana fu tolta dal luogo che l’aveva ospitata per ben 165 anni. Smontata, rimase nei depositi comunali fino a quando, il 30 giugno 1951, la nuova ricostruzione attuata dallo scultore Nino Spagnoli e promossa dalla Società di Minerva – fu inaugurata in piazza Venezia alla presenza del sindaco Gianni Bartoli. Il lavoro di montaggio comportò allo Spagnoli un difficile impegno di restauro e ricostruzione dei numerosi pezzi della fontana, mal conservati o dispersi durante i lunghi trentun anni di deposito. La fontana fu collocata nel punto in cui sorgeva il monumento a Ferdinando Massimiliano, da qui allontanato per motivi politici nel 1920. Bene si inserì questa fontana, circondata da un piccolo giardino munito di comode panchine tra alberi e fiori, in una piazza dal limpido scenario sul mare aperto, degno dello sguardo dominatore del dio Nettuno.” (da: paolorovis blogspot)

Palazzo RAS in piazza della Repubblica : la fontana dei leoni

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Palazzo RAS: la fontana del Mercurio e i leoni, atrio. Foto di Elisabetta Marcovich

Il palazzo della RAS, costruito negli anni 1910-14 da Arduino e Ruggero  Berlam  ispirato ai palazzi rinascimentali italiani del secolo XVI, ed ora chiuso,  presentava ricche decorazioni interne. Nell’atrio, la fontana di Mercurio e dei leoni di Giovanni Marin (E.M.)

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Trieste. Piazza Unità d’Italia. Fontana dei Quattro Continenti.

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Trieste. Piazza Unità d'Italia. Fontana dei Quattro Continenti.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste. Piazza Unità d’Italia. Fontana dei Quattro Continenti.
Fontana dei quattro continenti: creata tra il 1751 e il 1754 dello scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni (coadiuvato da tre scalpellini di fino, Giovanni Venturini, Giuseppe Grassi e Giambattista Pozzo).

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Trieste. Piazza Unità d'Italia. Fontana dei Quattro Continenti.
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Trieste. Piazza Unità d’Italia. Fontana dei Quattro Continenti.
Fontana dei quattro continenti: creata tra il 1751 e il 1754 dello scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni (coadiuvato da tre scalpellini di fino, Giovanni Venturini, Giuseppe Grassi e Giambattista Pozzo).

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Trieste. Piazza Unità d'Italia. Fontana dei Quattro Continenti.
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Trieste. Piazza Unità d’Italia. Fontana dei Quattro Continenti.
Fontana dei quattro continenti: creata tra il 1751 e il 1754 dello scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni (coadiuvato da tre scalpellini di fino, Giovanni Venturini, Giuseppe Grassi e Giambattista Pozzo).

Trieste: La Fontana di Montuzza.

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Trieste: La Fontana di Montuzza.
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Trieste: La Fontana di Montuzza.
La fontana, sopra la Galleria Sandrinelli con la Scala dei Giganti, è stata realizzata nel 1938 dall’impresa Buttonaz e Ziffer su progetto dell’Ufficio tecnico comunale e su disegno dell’Ing. Vittorio Privileggi, in occasione della visita del duce a Trieste.
La struttura si sviluppa su una vasca circolare del raggio esterno di 6,50 metri, con fondo rivestito in graniglia di cemento levigata, ed un corpo centrale ad obelisco pentagonale con costrolature, realizzato in cemento armato e rivestito in lastre di marmo d’Orsera.
Alla base dell’obelisco è collocata una seconda vasca, concentrica alla prima, dalla quale scendono cinque cascate illuminate che si riversano nella vasca principale. Destinata ad avere una vita breve (avrebbe dovuto essere smontata al termine delle celebrazioni) sopravvisse non funzionante al secondo conflitto mondiale e alle successive vicende del dopoguerra.
L’ultimo intervento di ripristino funzionale è del 2006, mentre precedentemente risale agli inizi degli anni ’70.