Trieste: Piazzale Europa 1. Università degli Studi di Trieste.

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Trieste: Piazzale Europa 1. Università degli Studi di Trieste.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Piazzale Europa 1. Università degli Studi di Trieste.
– E’ un’università statale italiana. Fu fondata nel 1924, come Regia Università degli Studi Economici e Commerciali, sulle fondamenta della preesistente Scuola Superiore di Commercio, Fondazione Revoltella, istituita per donazione privata, nel 1877, quando ancora Trieste era in Austria-Ungheria, in conformità alle volontà testamentarie del barone Pasquale Revoltella. L’aspirazione a fare di Trieste sede universitaria, negli anni antecedenti alla prima guerra mondiale, fu al centro di acute tensioni fra la componente italiana della città e le autorità austriache, che rifiutarono ripetutamente di darvi seguito. Dopo l’annessione di Trieste all’Italia, la Scuola Superiore venne parificata, nel 1919, agli altri istituti superiori di commercio esistenti per divenire quindi Università, con regio decreto dell’8 agosto 1924. Nel 1938, con l’istituzione della facoltà di Giurisprudenza, andata ad affiancare quella di Economia e Commercio, l’Ateneo assurge a Studium Generale, assumendo la denominazione di Regia Università degli Studi.
Nello stesso anno, dopo la solenne posa della prima pietra, avvenuta alla presenza del capo del governo, inizia la costruzione della sede centrale dell’Ateneo in posizione dominante sul colle di Scoglietto, realizzata dalla impresa di costruzioni Ulisse Igliori di Roma, su progetto degli architetti Raffaello Fagnoni e Umberto Nordio. Gli eventi bellici e le vicende del dopoguerra, con l’incerto destino della città, rallentarono, pur senza comprometterlo del tutto, lo sviluppo dell’Ateneo. La facoltà di Ingegneria, istituita con legge 8 agosto 1942, n. 1135, limitatamente alla sezione navale, poté essere organizzata su più corsi di laurea solo nell’immediato dopoguerra; nello stesso periodo, un ordine del 22 luglio 1946 del Governo Militare Alleato, che allora amministrava la città, istituiva la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, mentre un precedente provvedimento, di data 8 novembre 1945, aveva formalizzato la nascita della facoltà di Lettere e Filosofia, già deliberata nel settembre 1943, con autonoma determinazione del corpo accademico. Sempre sotto l’amministrazione militare anglo-americana, il 3 novembre 1950, veniva portato a termine, e inaugurato, l’edificio centrale di colle Scoglietto, ove si insediavano le facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Il ritorno a Trieste dell’amministrazione italiana, celebrato dall’Università con il conferimento della laurea honoris causa in Economia e Commercio al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il 4 novembre 1954, consentì l’avvio e la realizzazione di nuove consistenti opere edilizie attorno al corpo centrale dell’Università e l’istituzione di nuove facoltà (Farmacia, Magistero, Medicina e Chirurgia, e più tardi Scienze Politiche). Ulteriore ampliamento derivò all’Ateneo dal d.P.R. 6 marzo 1978, n. 102, che parificava alle altre facoltà la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Da ultimo, infine, venivano istituite le facoltà di Psicologia, nel 1997, e di Architettura, nel novembre 1998.
– Il Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste (smaTs) è una rete in costruzione intorno a un nucleo costituito da realtà note a livello nazionale e internazionale e già incluse nei siti museali censiti dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (C.R.U.I.): il Museo di Mineralogia e Petrografia, il Museo Biologico e Orto Botanico (con annessa Serra del caffè, la più importante in Europa per numero di varietà di Arabica coltivate) e il Fondo librario “Marcello Finzi” del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e Traduzione. Da un’indagine avviata nel 2004, risulta peraltro che nella metà circa dei dipartimenti dell’Ateneo sono presenti beni singoli e collezioni di interesse storico, eterogenei, sebbene riconducibili a due tipologie principali: quelle direttamente legate alle attività di ricerca e di didattica svolte nei singoli dipartimenti – reperti, strumentazioni, impianti, libri, ecc. – e quelle estranee ad esse, come quadri e mobili, a cui si aggiungono i non pochi edifici e ambienti di valore storico. Nel caso dei quadri, una quarantina di opere – anche di artisti di fama internazionale, quali Giuseppe Santomaso, Afro Basaldella, Nino Perizi, Ottone Rosai, Leonor Fini – fu acquisita a seguito dell'”Esposizione nazionale di pittura italiana contemporanea”, promossa nel 1953 dall’Ateneo, in collaborazione con la Soprintendenza: un’operazione innovativa per l’epoca, rivalutata attraverso studi sistematici e la recente mostra, “1953. L’Italia era già qui”, realizzata presso il Civico Museo Revoltella di Trieste, nel 2008. Dal 2010, a seguito di vincolo collezionistico apposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la collezione ha trovato definitiva, unitaria collocazione nelle sale del Rettorato. Da aggiungere, ancora, che il Sistema Museale dell’Ateneo opera in sinergia con istituzioni esterne nell’ambito della museologia e della divulgazione: con la sede di Trieste del Museo Nazionale dell’Antartide, dedicata alla storia dell’esplorazione, in particolare italiana; con il Museo Sveviano del Comune di Trieste, che ospita il Museo Joyce, i cui materiali di proprietà dell’Ateneo documentano il periodo trascorso da James Joyce a Trieste; con l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, con la quale l’Università condivide materiali che costituiranno il Museo delle Scienze Sanitarie.
– All’Università è stata assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Civile «Per il comportamento coraggioso tenuto dal Rettore, dal Corpo Docente, dagli studenti e dai dipendenti dell’Ateneo che, riaffermando il rispetto delle dignità e delle libertà accademiche, sopportavano fieramente in circostanze difficili e rischiose le tristi conseguenze dell’ultimo conflitto bellico, mantenendo sempre alti, nel segno del tricolore costantemente issato sui propri edifici, il nome e il prestigio della Patria. 1943-1954.» (Fonte Wikipedia)
Sui due avancorpi dell’edificio spiccano due bassorilievi allegorici dell’artista toscano Mario Moschi. All’arricchimento dell’Università hanno collaborato con loro opere anche gli scultori triestini Marcello Mascherini con la statua della Minerva posta sulla balconata dell’ala sinistra) e Ugo Carrà con i mosaici all’interno dell’edificio.

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– E’ un’università statale italiana. Fu fondata nel 1924, come Regia Università degli Studi Economici e Commerciali, sulle fondamenta della preesistente Scuola Superiore di Commercio, Fondazione Revoltella, istituita per donazione privata, nel 1877, quando ancora Trieste era in Austria-Ungheria, in conformità alle volontà testamentarie del barone Pasquale Revoltella. L’aspirazione a fare di Trieste sede universitaria, negli anni antecedenti alla prima guerra mondiale, fu al centro di acute tensioni fra la componente italiana della città e le autorità austriache, che rifiutarono ripetutamente di darvi seguito. Dopo l’annessione di Trieste all’Italia, la Scuola Superiore venne parificata, nel 1919, agli altri istituti superiori di commercio esistenti per divenire quindi Università, con regio decreto dell’8 agosto 1924. Nel 1938, con l’istituzione della facoltà di Giurisprudenza, andata ad affiancare quella di Economia e Commercio, l’Ateneo assurge a Studium Generale, assumendo la denominazione di Regia Università degli Studi.
Nello stesso anno, dopo la solenne posa della prima pietra, avvenuta alla presenza del capo del governo, inizia la costruzione della sede centrale dell’Ateneo in posizione dominante sul colle di Scoglietto, realizzata dalla impresa di costruzioni Ulisse Igliori di Roma, su progetto degli architetti Raffaello Fagnoni e Umberto Nordio. Gli eventi bellici e le vicende del dopoguerra, con l’incerto destino della città, rallentarono, pur senza comprometterlo del tutto, lo sviluppo dell’Ateneo. La facoltà di Ingegneria, istituita con legge 8 agosto 1942, n. 1135, limitatamente alla sezione navale, poté essere organizzata su più corsi di laurea solo nell’immediato dopoguerra; nello stesso periodo, un ordine del 22 luglio 1946 del Governo Militare Alleato, che allora amministrava la città, istituiva la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, mentre un precedente provvedimento, di data 8 novembre 1945, aveva formalizzato la nascita della facoltà di Lettere e Filosofia, già deliberata nel settembre 1943, con autonoma determinazione del corpo accademico. Sempre sotto l’amministrazione militare anglo-americana, il 3 novembre 1950, veniva portato a termine, e inaugurato, l’edificio centrale di colle Scoglietto, ove si insediavano le facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Il ritorno a Trieste dell’amministrazione italiana, celebrato dall’Università con il conferimento della laurea honoris causa in Economia e Commercio al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il 4 novembre 1954, consentì l’avvio e la realizzazione di nuove consistenti opere edilizie attorno al corpo centrale dell’Università e l’istituzione di nuove facoltà (Farmacia, Magistero, Medicina e Chirurgia, e più tardi Scienze Politiche). Ulteriore ampliamento derivò all’Ateneo dal d.P.R. 6 marzo 1978, n. 102, che parificava alle altre facoltà la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Da ultimo, infine, venivano istituite le facoltà di Psicologia, nel 1997, e di Architettura, nel novembre 1998.
– Il Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste (smaTs) è una rete in costruzione intorno a un nucleo costituito da realtà note a livello nazionale e internazionale e già incluse nei siti museali censiti dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (C.R.U.I.): il Museo di Mineralogia e Petrografia, il Museo Biologico e Orto Botanico (con annessa Serra del caffè, la più importante in Europa per numero di varietà di Arabica coltivate) e il Fondo librario “Marcello Finzi” del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e Traduzione. Da un’indagine avviata nel 2004, risulta peraltro che nella metà circa dei dipartimenti dell’Ateneo sono presenti beni singoli e collezioni di interesse storico, eterogenei, sebbene riconducibili a due tipologie principali: quelle direttamente legate alle attività di ricerca e di didattica svolte nei singoli dipartimenti – reperti, strumentazioni, impianti, libri, ecc. – e quelle estranee ad esse, come quadri e mobili, a cui si aggiungono i non pochi edifici e ambienti di valore storico. Nel caso dei quadri, una quarantina di opere – anche di artisti di fama internazionale, quali Giuseppe Santomaso, Afro Basaldella, Nino Perizi, Ottone Rosai, Leonor Fini – fu acquisita a seguito dell'”Esposizione nazionale di pittura italiana contemporanea”, promossa nel 1953 dall’Ateneo, in collaborazione con la Soprintendenza: un’operazione innovativa per l’epoca, rivalutata attraverso studi sistematici e la recente mostra, “1953. L’Italia era già qui”, realizzata presso il Civico Museo Revoltella di Trieste, nel 2008. Dal 2010, a seguito di vincolo collezionistico apposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la collezione ha trovato definitiva, unitaria collocazione nelle sale del Rettorato. Da aggiungere, ancora, che il Sistema Museale dell’Ateneo opera in sinergia con istituzioni esterne nell’ambito della museologia e della divulgazione: con la sede di Trieste del Museo Nazionale dell’Antartide, dedicata alla storia dell’esplorazione, in particolare italiana; con il Museo Sveviano del Comune di Trieste, che ospita il Museo Joyce, i cui materiali di proprietà dell’Ateneo documentano il periodo trascorso da James Joyce a Trieste; con l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, con la quale l’Università condivide materiali che costituiranno il Museo delle Scienze Sanitarie.
– All’Università è stata assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Civile «Per il comportamento coraggioso tenuto dal Rettore, dal Corpo Docente, dagli studenti e dai dipendenti dell’Ateneo che, riaffermando il rispetto delle dignità e delle libertà accademiche, sopportavano fieramente in circostanze difficili e rischiose le tristi conseguenze dell’ultimo conflitto bellico, mantenendo sempre alti, nel segno del tricolore costantemente issato sui propri edifici, il nome e il prestigio della Patria. 1943-1954.» (Fonte Wikipedia)
Sui due avancorpi dell’edificio spiccano due bassorilievi allegorici dell’artista toscano Mario Moschi. All’arricchimento dell’Università hanno collaborato con loro opere anche gli scultori triestini Marcello Mascherini con la statua della Minerva posta sulla balconata dell’ala sinistra) e Ugo Carrà con i mosaici all’interno dell’edificio.

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– E’ un’università statale italiana. Fu fondata nel 1924, come Regia Università degli Studi Economici e Commerciali, sulle fondamenta della preesistente Scuola Superiore di Commercio, Fondazione Revoltella, istituita per donazione privata, nel 1877, quando ancora Trieste era in Austria-Ungheria, in conformità alle volontà testamentarie del barone Pasquale Revoltella. L’aspirazione a fare di Trieste sede universitaria, negli anni antecedenti alla prima guerra mondiale, fu al centro di acute tensioni fra la componente italiana della città e le autorità austriache, che rifiutarono ripetutamente di darvi seguito. Dopo l’annessione di Trieste all’Italia, la Scuola Superiore venne parificata, nel 1919, agli altri istituti superiori di commercio esistenti per divenire quindi Università, con regio decreto dell’8 agosto 1924. Nel 1938, con l’istituzione della facoltà di Giurisprudenza, andata ad affiancare quella di Economia e Commercio, l’Ateneo assurge a Studium Generale, assumendo la denominazione di Regia Università degli Studi.
Nello stesso anno, dopo la solenne posa della prima pietra, avvenuta alla presenza del capo del governo, inizia la costruzione della sede centrale dell’Ateneo in posizione dominante sul colle di Scoglietto, realizzata dalla impresa di costruzioni Ulisse Igliori di Roma, su progetto degli architetti Raffaello Fagnoni e Umberto Nordio. Gli eventi bellici e le vicende del dopoguerra, con l’incerto destino della città, rallentarono, pur senza comprometterlo del tutto, lo sviluppo dell’Ateneo. La facoltà di Ingegneria, istituita con legge 8 agosto 1942, n. 1135, limitatamente alla sezione navale, poté essere organizzata su più corsi di laurea solo nell’immediato dopoguerra; nello stesso periodo, un ordine del 22 luglio 1946 del Governo Militare Alleato, che allora amministrava la città, istituiva la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, mentre un precedente provvedimento, di data 8 novembre 1945, aveva formalizzato la nascita della facoltà di Lettere e Filosofia, già deliberata nel settembre 1943, con autonoma determinazione del corpo accademico. Sempre sotto l’amministrazione militare anglo-americana, il 3 novembre 1950, veniva portato a termine, e inaugurato, l’edificio centrale di colle Scoglietto, ove si insediavano le facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Il ritorno a Trieste dell’amministrazione italiana, celebrato dall’Università con il conferimento della laurea honoris causa in Economia e Commercio al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il 4 novembre 1954, consentì l’avvio e la realizzazione di nuove consistenti opere edilizie attorno al corpo centrale dell’Università e l’istituzione di nuove facoltà (Farmacia, Magistero, Medicina e Chirurgia, e più tardi Scienze Politiche). Ulteriore ampliamento derivò all’Ateneo dal d.P.R. 6 marzo 1978, n. 102, che parificava alle altre facoltà la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Da ultimo, infine, venivano istituite le facoltà di Psicologia, nel 1997, e di Architettura, nel novembre 1998.
– Il Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste (smaTs) è una rete in costruzione intorno a un nucleo costituito da realtà note a livello nazionale e internazionale e già incluse nei siti museali censiti dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (C.R.U.I.): il Museo di Mineralogia e Petrografia, il Museo Biologico e Orto Botanico (con annessa Serra del caffè, la più importante in Europa per numero di varietà di Arabica coltivate) e il Fondo librario “Marcello Finzi” del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e Traduzione. Da un’indagine avviata nel 2004, risulta peraltro che nella metà circa dei dipartimenti dell’Ateneo sono presenti beni singoli e collezioni di interesse storico, eterogenei, sebbene riconducibili a due tipologie principali: quelle direttamente legate alle attività di ricerca e di didattica svolte nei singoli dipartimenti – reperti, strumentazioni, impianti, libri, ecc. – e quelle estranee ad esse, come quadri e mobili, a cui si aggiungono i non pochi edifici e ambienti di valore storico. Nel caso dei quadri, una quarantina di opere – anche di artisti di fama internazionale, quali Giuseppe Santomaso, Afro Basaldella, Nino Perizi, Ottone Rosai, Leonor Fini – fu acquisita a seguito dell'”Esposizione nazionale di pittura italiana contemporanea”, promossa nel 1953 dall’Ateneo, in collaborazione con la Soprintendenza: un’operazione innovativa per l’epoca, rivalutata attraverso studi sistematici e la recente mostra, “1953. L’Italia era già qui”, realizzata presso il Civico Museo Revoltella di Trieste, nel 2008. Dal 2010, a seguito di vincolo collezionistico apposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la collezione ha trovato definitiva, unitaria collocazione nelle sale del Rettorato. Da aggiungere, ancora, che il Sistema Museale dell’Ateneo opera in sinergia con istituzioni esterne nell’ambito della museologia e della divulgazione: con la sede di Trieste del Museo Nazionale dell’Antartide, dedicata alla storia dell’esplorazione, in particolare italiana; con il Museo Sveviano del Comune di Trieste, che ospita il Museo Joyce, i cui materiali di proprietà dell’Ateneo documentano il periodo trascorso da James Joyce a Trieste; con l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, con la quale l’Università condivide materiali che costituiranno il Museo delle Scienze Sanitarie.
– All’Università è stata assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Civile «Per il comportamento coraggioso tenuto dal Rettore, dal Corpo Docente, dagli studenti e dai dipendenti dell’Ateneo che, riaffermando il rispetto delle dignità e delle libertà accademiche, sopportavano fieramente in circostanze difficili e rischiose le tristi conseguenze dell’ultimo conflitto bellico, mantenendo sempre alti, nel segno del tricolore costantemente issato sui propri edifici, il nome e il prestigio della Patria. 1943-1954.» (Fonte Wikipedia)
Sui due avancorpi dell’edificio spiccano due bassorilievi allegorici dell’artista toscano Mario Moschi. All’arricchimento dell’Università hanno collaborato con loro opere anche gli scultori triestini Marcello Mascherini con la statua della Minerva posta sulla balconata dell’ala sinistra) e Ugo Carrà con i mosaici all’interno dell’edificio.

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– E’ un’università statale italiana. Fu fondata nel 1924, come Regia Università degli Studi Economici e Commerciali, sulle fondamenta della preesistente Scuola Superiore di Commercio, Fondazione Revoltella, istituita per donazione privata, nel 1877, quando ancora Trieste era in Austria-Ungheria, in conformità alle volontà testamentarie del barone Pasquale Revoltella. L’aspirazione a fare di Trieste sede universitaria, negli anni antecedenti alla prima guerra mondiale, fu al centro di acute tensioni fra la componente italiana della città e le autorità austriache, che rifiutarono ripetutamente di darvi seguito. Dopo l’annessione di Trieste all’Italia, la Scuola Superiore venne parificata, nel 1919, agli altri istituti superiori di commercio esistenti per divenire quindi Università, con regio decreto dell’8 agosto 1924. Nel 1938, con l’istituzione della facoltà di Giurisprudenza, andata ad affiancare quella di Economia e Commercio, l’Ateneo assurge a Studium Generale, assumendo la denominazione di Regia Università degli Studi.
Nello stesso anno, dopo la solenne posa della prima pietra, avvenuta alla presenza del capo del governo, inizia la costruzione della sede centrale dell’Ateneo in posizione dominante sul colle di Scoglietto, realizzata dalla impresa di costruzioni Ulisse Igliori di Roma, su progetto degli architetti Raffaello Fagnoni e Umberto Nordio. Gli eventi bellici e le vicende del dopoguerra, con l’incerto destino della città, rallentarono, pur senza comprometterlo del tutto, lo sviluppo dell’Ateneo. La facoltà di Ingegneria, istituita con legge 8 agosto 1942, n. 1135, limitatamente alla sezione navale, poté essere organizzata su più corsi di laurea solo nell’immediato dopoguerra; nello stesso periodo, un ordine del 22 luglio 1946 del Governo Militare Alleato, che allora amministrava la città, istituiva la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, mentre un precedente provvedimento, di data 8 novembre 1945, aveva formalizzato la nascita della facoltà di Lettere e Filosofia, già deliberata nel settembre 1943, con autonoma determinazione del corpo accademico. Sempre sotto l’amministrazione militare anglo-americana, il 3 novembre 1950, veniva portato a termine, e inaugurato, l’edificio centrale di colle Scoglietto, ove si insediavano le facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Il ritorno a Trieste dell’amministrazione italiana, celebrato dall’Università con il conferimento della laurea honoris causa in Economia e Commercio al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il 4 novembre 1954, consentì l’avvio e la realizzazione di nuove consistenti opere edilizie attorno al corpo centrale dell’Università e l’istituzione di nuove facoltà (Farmacia, Magistero, Medicina e Chirurgia, e più tardi Scienze Politiche). Ulteriore ampliamento derivò all’Ateneo dal d.P.R. 6 marzo 1978, n. 102, che parificava alle altre facoltà la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Da ultimo, infine, venivano istituite le facoltà di Psicologia, nel 1997, e di Architettura, nel novembre 1998.
– Il Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste (smaTs) è una rete in costruzione intorno a un nucleo costituito da realtà note a livello nazionale e internazionale e già incluse nei siti museali censiti dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (C.R.U.I.): il Museo di Mineralogia e Petrografia, il Museo Biologico e Orto Botanico (con annessa Serra del caffè, la più importante in Europa per numero di varietà di Arabica coltivate) e il Fondo librario “Marcello Finzi” del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e Traduzione. Da un’indagine avviata nel 2004, risulta peraltro che nella metà circa dei dipartimenti dell’Ateneo sono presenti beni singoli e collezioni di interesse storico, eterogenei, sebbene riconducibili a due tipologie principali: quelle direttamente legate alle attività di ricerca e di didattica svolte nei singoli dipartimenti – reperti, strumentazioni, impianti, libri, ecc. – e quelle estranee ad esse, come quadri e mobili, a cui si aggiungono i non pochi edifici e ambienti di valore storico. Nel caso dei quadri, una quarantina di opere – anche di artisti di fama internazionale, quali Giuseppe Santomaso, Afro Basaldella, Nino Perizi, Ottone Rosai, Leonor Fini – fu acquisita a seguito dell'”Esposizione nazionale di pittura italiana contemporanea”, promossa nel 1953 dall’Ateneo, in collaborazione con la Soprintendenza: un’operazione innovativa per l’epoca, rivalutata attraverso studi sistematici e la recente mostra, “1953. L’Italia era già qui”, realizzata presso il Civico Museo Revoltella di Trieste, nel 2008. Dal 2010, a seguito di vincolo collezionistico apposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la collezione ha trovato definitiva, unitaria collocazione nelle sale del Rettorato. Da aggiungere, ancora, che il Sistema Museale dell’Ateneo opera in sinergia con istituzioni esterne nell’ambito della museologia e della divulgazione: con la sede di Trieste del Museo Nazionale dell’Antartide, dedicata alla storia dell’esplorazione, in particolare italiana; con il Museo Sveviano del Comune di Trieste, che ospita il Museo Joyce, i cui materiali di proprietà dell’Ateneo documentano il periodo trascorso da James Joyce a Trieste; con l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, con la quale l’Università condivide materiali che costituiranno il Museo delle Scienze Sanitarie.
– All’Università è stata assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Civile «Per il comportamento coraggioso tenuto dal Rettore, dal Corpo Docente, dagli studenti e dai dipendenti dell’Ateneo che, riaffermando il rispetto delle dignità e delle libertà accademiche, sopportavano fieramente in circostanze difficili e rischiose le tristi conseguenze dell’ultimo conflitto bellico, mantenendo sempre alti, nel segno del tricolore costantemente issato sui propri edifici, il nome e il prestigio della Patria. 1943-1954.» (Fonte Wikipedia)
Sui due avancorpi dell’edificio spiccano due bassorilievi allegorici dell’artista toscano Mario Moschi. All’arricchimento dell’Università hanno collaborato con loro opere anche gli scultori triestini Marcello Mascherini con la statua della Minerva posta sulla balconata dell’ala sinistra) e Ugo Carrà con i mosaici all’interno dell’edificio.

Trieste: Via Ruggero Manna 7.

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Trieste: Via Ruggero Manna 7.
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Trieste: Via Ruggero Manna 7.
Complesso Scolastico tra Via Ruggero Manna e Via Sant’Anastasio.
La definitiva trasformazione di Trieste in una città votata al cosmopolitismo fece si che qui più che altrove si sentisse forte l’esigenza di un’istruzione scolastica dalle solide basi. In poco tempo ogni rione ebbe la sua scuola italiana e dai 700 studenti del 1842 si passò ai 5000 solo dieci anni più tardi. L’edificio in questione, opera dell’architetto Cornelio Budinich, fu inaugurato nell’anno scolastico 1910-1911 con 1036 allievi provenienti dalla Civica Scuola Popolare del Belvedere, inserendosi a pieno titolo in un preciso piano di riforma scolastica che vide la costruzione, tra il 1900 e il 1914, di ben 14 nuovi edifici scolastici. I lavori di costruzione dello stabile, dalle forme sobrie e semplici ispirato al Rinascimento italiano, cominciarono nel 1908. Il progetto prevedeva un totale di 23 aule per una spesa complessiva di 1.004,331 corone. Nel 1914 la scuola accolse, a causa dell’elevato numero, le allieve del Liceo di via Madonna del Mare prendendo il nome di “II Liceo femminile”. Attualmente l’edificio ospita la Scuola Elementare intitolata a Ruggero Manna, musicista e compositore cremonese, e la Scuola Media Statale G .Corsi. (da: biblioteche.comune.trieste.it)

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Complesso Scolastico tra Via Ruggero Manna e Via Sant’Anastasio.
La definitiva trasformazione di Trieste in una città votata al cosmopolitismo fece si che qui più che altrove si sentisse forte l’esigenza di un’istruzione scolastica dalle solide basi. In poco tempo ogni rione ebbe la sua scuola italiana e dai 700 studenti del 1842 si passò ai 5000 solo dieci anni più tardi. L’edificio in questione, opera dell’architetto Cornelio Budinich, fu inaugurato nell’anno scolastico 1910-1911 con 1036 allievi provenienti dalla Civica Scuola Popolare del Belvedere, inserendosi a pieno titolo in un preciso piano di riforma scolastica che vide la costruzione, tra il 1900 e il 1914, di ben 14 nuovi edifici scolastici. I lavori di costruzione dello stabile, dalle forme sobrie e semplici ispirato al Rinascimento italiano, cominciarono nel 1908. Il progetto prevedeva un totale di 23 aule per una spesa complessiva di 1.004,331 corone. Nel 1914 la scuola accolse, a causa dell’elevato numero, le allieve del Liceo di via Madonna del Mare prendendo il nome di “II Liceo femminile”. Attualmente l’edificio ospita la Scuola Elementare intitolata a Ruggero Manna, musicista e compositore cremonese, e la Scuola Media Statale G .Corsi. (da: biblioteche.comune.trieste.it)

Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer.

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Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer.
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– Il palazzo odierno è il risultato di un innalzamento e ristrutturazione dell’abitazione in città della famiglia Rittmeyer per volontà del barone Carlo de Rittmeyer nell’aprile del 1863 su progetto dell’architetto Giuseppe Baldini.
Già nel 1829 l’allora proprietario, Eliseo Rittmeyer, aveva presentato al Magistrato Civico un progetto per sopraelevare la casa risalente al 1823. La costruzione, tipica del periodo eclettico, comprendeva un giardino pensile che si estendeva verso l’attuale Via Udine.
Nel 1863 venne acquistata la vicina proprietà di Panajoti di Demetrio dando così il via ai lavori di ristrutturazione.
– Nel 1914 la baronessa Cecilia de Rittmeyer donò il palazzo al Comune di Trieste che appena quarant’anni dopo lo adattò a Conservatorio di Musica intitolandolo al musicista Giuseppe Tartini.
– Il 23 aprile 1944, a seguito di un attentato avvenuto il giorno precedente nella sala mensa ai danni del Deutsches Soldatenheim che nel palazzo aveva la propria sede, fu attuata un’atroce rappresaglia contro 5O ostaggi presi dalle carceri del Coroneo e dei Gesuiti che vennero impiccati e lasciati come monito lungo le scale, i corridoi e le finestre dell’edificio.

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Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer.
– Il palazzo odierno è il risultato di un innalzamento e ristrutturazione dell’abitazione in città della famiglia Rittmeyer per volontà del barone Carlo de Rittmeyer nell’aprile del 1863 su progetto dell’architetto Giuseppe Baldini.
Già nel 1829 l’allora proprietario, Eliseo Rittmeyer, aveva presentato al Magistrato Civico un progetto per sopraelevare la casa risalente al 1823. La costruzione, tipica del periodo eclettico, comprendeva un giardino pensile che si estendeva verso l’attuale Via Udine.
Nel 1863 venne acquistata la vicina proprietà di Panajoti di Demetrio dando così il via ai lavori di ristrutturazione.
– Nel 1914 la baronessa Cecilia de Rittmeyer donò il palazzo al Comune di Trieste che appena quarant’anni dopo lo adattò a Conservatorio di Musica intitolandolo al musicista Giuseppe Tartini.
– Il 23 aprile 1944, a seguito di un attentato avvenuto il giorno precedente nella sala mensa ai danni del Deutsches Soldatenheim che nel palazzo aveva la propria sede, fu attuata un’atroce rappresaglia contro 5O ostaggi presi dalle carceri del Coroneo e dei Gesuiti che vennero impiccati e lasciati come monito lungo le scale, i corridoi e le finestre dell’edificio.

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Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer.
– Il palazzo odierno è il risultato di un innalzamento e ristrutturazione dell’abitazione in città della famiglia Rittmeyer per volontà del barone Carlo de Rittmeyer nell’aprile del 1863 su progetto dell’architetto Giuseppe Baldini.
Già nel 1829 l’allora proprietario, Eliseo Rittmeyer, aveva presentato al Magistrato Civico un progetto per sopraelevare la casa risalente al 1823. La costruzione, tipica del periodo eclettico, comprendeva un giardino pensile che si estendeva verso l’attuale Via Udine.
Nel 1863 venne acquistata la vicina proprietà di Panajoti di Demetrio dando così il via ai lavori di ristrutturazione.
– Nel 1914 la baronessa Cecilia de Rittmeyer donò il palazzo al Comune di Trieste che appena quarant’anni dopo lo adattò a Conservatorio di Musica intitolandolo al musicista Giuseppe Tartini.
– Il 23 aprile 1944, a seguito di un attentato avvenuto il giorno precedente nella sala mensa ai danni del Deutsches Soldatenheim che nel palazzo aveva la propria sede, fu attuata un’atroce rappresaglia contro 5O ostaggi presi dalle carceri del Coroneo e dei Gesuiti che vennero impiccati e lasciati come monito lungo le scale, i corridoi e le finestre dell’edificio.

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Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer.
Foto Paolo Carbonaio
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– Il palazzo odierno è il risultato di un innalzamento e ristrutturazione dell’abitazione in città della famiglia Rittmeyer per volontà del barone Carlo de Rittmeyer nell’aprile del 1863 su progetto dell’architetto Giuseppe Baldini.
Già nel 1829 l’allora proprietario, Eliseo Rittmeyer, aveva presentato al Magistrato Civico un progetto per sopraelevare la casa risalente al 1823. La costruzione, tipica del periodo eclettico, comprendeva un giardino pensile che si estendeva verso l’attuale Via Udine.
Nel 1863 venne acquistata la vicina proprietà di Panajoti di Demetrio dando così il via ai lavori di ristrutturazione.
– Nel 1914 la baronessa Cecilia de Rittmeyer donò il palazzo al Comune di Trieste che appena quarant’anni dopo lo adattò a Conservatorio di Musica intitolandolo al musicista Giuseppe Tartini.
– Il 23 aprile 1944, a seguito di un attentato avvenuto il giorno precedente nella sala mensa ai danni del Deutsches Soldatenheim che nel palazzo aveva la propria sede, fu attuata un’atroce rappresaglia contro 5O ostaggi presi dalle carceri del Coroneo e dei Gesuiti che vennero impiccati e lasciati come monito lungo le scale, i corridoi e le finestre dell’edificio.

Trieste : Via dell’Istria, con la nuova scuola media Bergamas, vista da largo Pestalozzi, 1958

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Via dell'Istria, con la nuova scuola media Bergamas, vista da largo Pestalozzi, 1958 - Foto collezione Dino Cafagna