
Questa foto porta nel retro una filastrocca di suo pugno.
Post e Foto di Guido Cecchelin.
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Trieste - Negozio di alimentari in via Donota n° 20. Febbraio 1981. L'uomo ritratto è il mitico "Bruno dei cartoni", chiamato anche "Bruno bereta", che girava con un triciclo (anche con un carretto) a raccogliere cartoni. Foto Giorgio Giorgetti
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A destra dell’immagine vediamo l’edificio più rappresentativo realizzato dall’architetto Ruggero Berlam, per Edoardo de Leitenburg nel 1887, si trova all’angolo tra via Giulia e via Rossetti.
Nel progetto presentato alla commissione, Berlam aveva incluso il disegno del fanale in ferro battuto da collocare all’angolo dell’edificio. Lo stile del palazzo è nuovo, diverso dagli edifici del periodo, Pietro Sticcotti, lo definì di “stile fiorentino”in effetti nell’insieme si ritrovano elementi dell’architettura toscana, ma in quest caso c’è una maggior leggerezza, data dalla particolare apertura con doppio arco nello spigolo, che si trova al pianterreno e viene ripresa al secondo piano. Interessante l’effetto cromatico creato dall’uso di materiali diversi, dalle balaustre in pietra bianca, dalle lunette affrescate sopra le finestre ad arco. Sarebbe in pietra chiara anche la parte bassa dell’edificio, ora la vediamo scurita dagli scarichi delle macchine. (Nei commenti il palazzo oggi) (M. Tauceri)
Foto collezione privata.
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Carlo de Marchesetti (1850 – 1926)
Nel 1903, l’archeologo e paleontologo Carlo Marchesetti (Trieste, 1850 – 1926), il quale nel 1883 aveva già fatto uno studio sul castelliere di Cattinara, pubblicava una monografia sui castellieri della Venezia Giulia, classificandone un considerevole numero. Il Marchesetti, per oltre quarant’anni, fu direttore del Civico Museo di Storia naturale di Trieste, e dal 1903 venne anche nominato direttore dell’Orto botanico che annesso successivamente al Museo di storia naturale, raggiunse un grande prestigio scientifico.
Nel corso di una serie di campagne di scavo e di ricognizione nell’Isontino e in Istria, intraprese dal Marchesetti tra il 1883 e il 1892, vennero rinvenuti significativi reperti, ora conservati nei civici musei triestini. Le sue scoperte vennero pubblicate nel “Bollettino della società Adriatica di Scienze naturali”.