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Giorgio Giorgetti (Trieste, 14 ottobre 1944 - 3 marzo 2014). Collezionista e fotografo per diletto.
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Tergeste
San Giacomo, 1947. Cartolina
Il colle di San Giacomo era abitato già dall’epoca romana e ne danno conferma i numerosi ritrovamenti rinvenuti nella proprietà della famiglia dei de Giuliani: nel 1687, vennero riportati alla luce reperti d’età imperiale, resti di mura e di mosaici, un sarcofago in pietra, urne in terracotta, balsamari in vetro ed alcune monete di Faustina e Giulia Mamea. Nel 1849, durante gli scavi per la costruzione delle fondamenta della chiesa, si rinvenne in campo S. Giacomo, come riferisce Pietro Kandler, un’urna cineraria romana. Nel mese di aprile 1896, vennero scavati avanzi di tombe romane tra la via del Molino a Vento e la via dell’Istria, nella ex Villa Bousquet, acquistata dal Comune per realizzarvi la scuola di Rena Nuova (poi Scuole Elementari Scipio Slataper e Ruggero Timeus). Si rinvennero parti di un grande sepolcro, urne ed olle cinerarie, vasetti, un grazioso calamaio, due monete di bronzo dell’imperatore Claudio I (41-54 d. C.), un bronzo dell’imperatore Flavio Vespasiano, battuto nell’anno 74, un bronzo con l’effigie dell’imperatore Domiziano (81-96) ed un bronzo di Traiano (98-117).
Nel 1907 l’archeologo Piero Sticotti (1870-1953), negli scavi effettuati sul versante settentrionale della collina, accertò rovine di abitazioni romane e di sepolture: vennero trovati anche due pozzi ed un forno. Nei primi decenni del XIX secolo, la zona cominciò piano piano a popolarsi. Nel nuovo rione, che veniva chiamato Rena Nuova, tra le vie Molino a Vento, del Bosco, S. Giacomo in Monte e del Pozzo, si stabilirono lavoratori, carrettieri, braccianti, cittadini di condizione sociale disagiata, provenienti da Cittavecchia e dal Borgo Teresiano, ma anche contadini slavi e abitanti dell’entroterra istriano. Nella parte più bassa della collina, lungo la strada che portava a Servola, erano presenti da tempo pescatori e operai delle saline.
Nel 1947 al numero 19 di campo S. Giacomo aprì il Cinema Ideale che funzionò fino al 1984.
Il 3 maggio 1947: inizio dei lavori per la costruzione dell’Oratorio femminile, affidato alle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il 16 ottobre 1947 vengono terminati i lavori di ricostruzione e restauro delle scuole elementari “Scipio Slataper” e “Ruggero Timeus”, condotti dal Public Works sotto la direzione dell’arch. Rutter. Dal 10 giugno 1943 l’edificio era stato adibito ad ospedale militare e il bombardamento del 17 febbraio 1945 lo distrusse quasi completamente.
Fonte: F. Zubini – San Giacomo. Italo Svevo, 2000
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L’antico villaggio di Basovizza, noto fin dal XIII e XIV secolo, si sviluppò all’incrocio di importanti strutture viarie esistenti fin dall’epoca romana, la strada del Carso e la strada del Monte Spaccato. Basovizza ebbe fin dal XIV secolo una cappella dedicata a Santa Maria Maddalena, consacrata dal vescovo fra Pace da Vedano e amministrata da una confraternita. La chiesetta, sottoposta fino al 1785 alla parrocchia di Grozzana come filiale, venne ristrutturata nel 1660; abbattuta nel 1857 perché troppo angusta, venne ricostruita più ampia e consacrata il 27.7.1862. Cappellania dal 1785 e curazia dal 1864, venne eretta parrocchia indipendente nel 1892. All’interno fu collocato, oltre al marmoreo altare maggiore, l’altare ligneo dedicato a San Rocco proveniente dalla demolita chiesa omonima già esistente nell’odierna piazza Unità d’Italia (la campana era stata donata, invece, alla chiesa di Grozzana).
Al n. civ. 2 di via Basovizza, la sede (1967) della Cassa Rurale ed Artigiana di Opicina, fondata nel 1908; al n. civ. 5, in edificio inaugurato nell’anno 1957, si trova la Scuola Media Statale Muzio de Tommasini, mentre al n. civ. 7 la Scuola Media Statale di lingua slovena Srecko Kosovel. Al n. civ. 60 il complesso che ospita oggi la scuola elementare di Banne e la succursale della Scuola media statale M. de Tommasini venne inaugurato nel 1933 quale sede della Colonia feriale di Banne. Costruito mediante pubblica sottoscrizione a ricordo delle nozze dei principi Umberto di Piemonte e Maria Jos. del Belgio, l’edificio venne progettato dall’arch. L. Braidotti e decorato da fregi scultorei di A. Canciani.
Il nome di Basovizza, attestato almeno dal 1297, deriva dallo sloveno dialettale bez (gen. bez.) con allargamento -ov e suffisso diminutivo -ica, piccolo sambuco, toponimo derivante dalla presenza nella zona di questo tipo di flora.
Il nome della località fu oggetto di discussione nella commissione speciale per lo studio dei nomi italiani delle frazioni di Trieste (1940); in quella sede vennero formulate diverse proposte per la sostituzione del toponimo con i nomi: Sambucheto, Sambucheta o Bovolenta o Basovinia (proposta Scocchi), Basovinia o Villa Sambuco o Villapero (proposta Rutteri), Sambuco o Bovolenta o Bassavilla (proposta Sticotti), Bovolenta (proposta Cesari). Prevalse comunque l’opinione del presidente di quella Commissione, che non ritenne necessario il cambiamento dell’antico nome.
Tratto da: Antonio Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, 1989
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Il toponimo Barriera Nuova, affermatosi nel secolo scorso, deriva dalla presenza dell’antica barriera daziaria trasferita in questa zona nel 1779 e spostata poi presso l’attuale piazza G. Garibaldi.
Tratto da: Antonio Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, 1989
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Il toponimo Barriera Vecchia, affermatosi nel secolo scorso, deriva dalla presenza dell’antica barriera daziaria trasferita in questa zona nel 1779 e spostata poi presso l’attuale piazza G. Garibaldi. Vecchia Barriera è attestato nel 1787, in contrapposizione alla barriera nuova posta all’inizio della strada commerciale per Opicina, assieme alla forma schranga vecchia (o sranga, o stranga) dal tedesco Schranke.
Tratto da: Antonio Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, 1989
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Rioni storici di Trieste: Barcola
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Rioni storici di Trieste: Banne
Il Borgo carsico di Banne dista 4 km da Trieste e si trova a 366 metri di altitudine.
Banne prende il nome dal suo primo abitante, Matteo Ban, originario di Vipacco, che vi si era stabilito nella prima metà del ‘600. Nel 1773 il borgo contava 70 o 80 abitanti, tra i quali sei famiglie Ban; nel 1782 gli abitanti erano 94. Nel 1810 la frazione era composta da 25 case con circa 130 abitanti. Un ventennio più tardi gli abitanti erano diventati 150 (71 maschi e 79 femmine), vennero inoltre censiti 28 bovini e un asino. Nel 1846 i bovini erano diventati 51, poi si contavano 27 pecore, un maiale e un cavallo. Nel 1884 le case erano 44 con 215 abitanti, nel 1900 si contavano 206 abitanti, distribuiti in 52 case.
Nell’agosto del 1933 il Mensile della Città di Trieste cita la località di Banne con il nove di Busello (dalle antiche denominazioni: Busel, Buselo, Besele, Besela), quale residenza di patrizi triestini.
Fonte: Fabio Zubini – Opicina, 2007
Come arrivare: Bus 39: partendo dalla Stazione Centrale – Villa Carsia (Fermata: Banne, Strada per Opicina)
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Rioni storici di Trieste: Banne negli anni Trenta. Cartolina
Il Borgo carsico di Banne dista 4 km da Trieste e si trova a 366 metri di altitudine.
Banne prende il nome dal suo primo abitante, Matteo Ban, originario di Vipacco, che vi si era stabilito nella prima metà del ‘600. Nel 1773 il borgo contava 70 o 80 abitanti, tra i quali sei famiglie Ban; nel 1782 gli abitanti erano 94. Nel 1810 la frazione era composta da 25 case con circa 130 abitanti. Un ventennio più tardi gli abitanti erano diventati 150 (71 maschi e 79 femmine), vennero inoltre censiti 28 bovini e un asino. Nel 1846 i bovini erano diventati 51, poi si contavano 27 pecore, un maiale e un cavallo. Nel 1884 le case erano 44 con 215 abitanti, nel 1900 si contavano 206 abitanti, distribuiti in 52 case.
Nell’agosto del 1933 il Mensile della Città di Trieste cita la località di Banne con il nove di Busello (dalle antiche denominazioni: Busel, Buselo, Besele, Besela), quale residenza di patrizi triestini.
Fonte: Fabio Zubini – Opicina, 2007
Come arrivare: Bus 39: partendo dalla Stazione Centrale – Villa Carsia (Fermata: Banne, Strada per Opicina)
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Rioni di Trieste
Rioni storici:
Banne
Barcola
Barriera Nuova
Barriera Vecchia
Basovizza
Borgo Franceschino
Borgo Giuseppino
Borgo San Sergio
Borgo Teresiano
Cattinara
Chiadino
Chiarbola
Città vecchia
Città nuova
Cologna
Contovello
Duino Aurisina
Guardiella
Gretta
Gropada
Longera
Muggia
Padriciano
Prosecco
Roiano
Rozzol
San Giacomo
San Giovanni
San Vito
Santa Croce
Santa Maria Maddalena
Scorcola
Servola
Trebiciano
Valmaura
Villa Opicina
Zaule
Rioni – Nuove Circoscrizioni:
Altipiano Ovest
Altipiano Est
Roiano – Gretta – Barcola – Cologna – Scorcola
Città Nuova – Barriera Nuova – San Vito – Città Vecchia
Barriera Vecchia – S. Giacomo
S. Giovanni – Chiadino – Rozzol
Servola – Chiarbola – Valmaura – Borgo S. Sergio
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Prosecco, 1900 circa
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Trieste : Porta Riborgo e Donota nel 1692
(Margherita Tauceri)
Testi consultati:
Le Antiche Mura e Torri di Trieste di Dino Cafagna
Vie e Piazza di Trieste Moderna di Antonio Trampus
Cittavecchia di Fabio Zubini
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Trieste - San Giovanni Decollato, stazioni o tappe della Via Crucis, opera del pittore Giovanni Luigi Rose (1858) XII Gesù muore in croce XIII Gesù è deposto dalla croce XIV Gesù è deposto nel sepolcro
La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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Trieste - San Giovanni Decollato, stazioni o tappe della Via Crucis, opera del pittore Giovanni Luigi Rose (1858) IX: Gesù cade per la terza volta X: Gesù è spogliato delle vesti XI: Gesù è inchiodato sulla croce
La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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Trieste - San Giovanni Decollato, stazioni o tappe della Via Crucis, opera del pittore Giovanni Luigi Rose (1858) VI: Santa Veronica asciuga il volto di Gesù, VII: Gesù cade per la seconda volta, VIII: Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme
La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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Trieste - San Giovanni Decollato, stazioni o tappe della Via Crucis, opera del pittore Giovanni Luigi Rose (1858) III: Gesù incontra sua Madre, IV: Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene, V: Santa Veronica asciuga il volto di Gesù
La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e fu consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’ingegner Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’ingegner Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’ingegner Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’ingegner Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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La chiesa venne costruita a partire dall’anno 1856 su progetto dell’architetto Giuseppe Sforzi e venne consacrata dal vescovo Bartolomeo Legat il 27 giugno 1858. Nel 1859 fu istituita a vicariato parrocchiale; nel 1864 venne elevata a parrocchia.
Resasi la vecchia chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio insufficiente alla popolazione di S. Giovanni, nel 1852 venne sottoposta al Magistrato civico la richiesta di ampliare la stessa o in alternativa di costruirne una nuova. L’allora Podestà di Trieste, Muzio de Tommasini, era favorevole alla costruzione di nuove chiese a Trieste (diede parere favorevole anche alla costruzione di quella di S. Giacomo e di Roiano). L’8 febbraio si optò per la realizzazione di un nuovo edificio a spese del Comune e la concessione del terreno. Il 29 giugno 1856 vennero iniziati i lavori di costruzione.
Dedicata a San Giovanni Decollato (cioè al Battista), porta l’iscrizione latina sulla lunetta del portale:
TEMPLUM / IOANNI / DECOLLATO / VARDULENSIUM / PATRONO / SACRUM TERGESTINORUM / PIETATE / EXCITATUM BARTHOLOMAEUS / EPPUS / TERGESTIN / IUSTINOP / DEDICAVIT / ATQUE / CONSECRAVIT / DIE / XXVII / IUNII / MDCCCLVIII.
L’edificio è stato progettato dall’ingegner Sforzi e si presenta a pianta a croce latina ad unica navata, con due bracci laterali e con abside pentagonale. Il campanile è a base quadrata addossato all’estremo lato dell’abside. L’altare maggiore, disegnato dallo Sforzi nel 1857, è costituito da una mensa con tabernacolo, decorata a motivi geometrici con marmi policromi; i due altari laterali sono stati progettati ed eseguiti dallo scalpellino Antonio Trobec nel 1873. Sopra l’altare maggiore si trova la pala raffigurante S. Giovanni in attesa del martirio, opera del pittore viennese Edoardo Heinrich, siglato e datato 1858; ai lati dell’altare due statue devozionali in stucco policromo (del 1902), ritenute i Santi Cirillo e Metodio, realizzate da Fr. Ks. Tončić.
Lungo le pareti troviamo quattordici stazioni della Via Crucis (1858) dipinte dal pittore Giovanni Luigi Rose (che nel 1856 aveva già eseguito la Via Crucis per S. Giacomo); sui due altari laterali le pale della Beata Vergine del Rosario e di San Giuseppe, attribuite sempre al Rose, con l’aiuto del figlio Antonio.
Sulla parete destra, presso l’entrata, si trova il quadro dell’Assunta, produzione barocca ispirata alla celebre pala del Tiziano, donata da un privato; sulla parete di fronte è collocata la pala con la Madonna fra i santi Giovanni e Pelagio, dipinta dal Rose nel 1853 (firmata e datata), eseguita per l’antica chiesetta dei SS. Giovanni e Pelagio e in seguito trasferita nella nuova parrocchiale.
L’organo originale, proveniva da S. Giusto ed era stato costruito nel 1780 da Francesco Dazzi o Dacci. Diviso a metà (l’altra metà finì nel 1862 nella chiesa di Roiano), venne collocato nella chiesa di san Giovanni nel 1860. Venne sostituito nel 1953 da uno realizzato da Elli Zanin di Codroipo.
Nel 1932 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di decorazione esterna con il concorso della Soprintendenza.
(g.c.)
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Zona Sant'Andrea da una fotografia del 1870 - Collezione Dino Cafagna
1870: (probabilmente) la fotografia più vecchia della zona di San Andrea.
A sinistra l’inizio dell’attuale via Murat, a destra l’attuale Via Romolo Gessi. Al centro la Villa Gialuzzi (non ancora trasformata – nel 1875 – nella Stazione Geologica). A sinistra la casa del conte Vojnovich corrisponde all’attuale villa Segrè-Melzi di via G. Murat.
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Catalogo dell'Esposizione Agricolo - Industriale di Sant'Andrea - 1882 - Collezione Iure Barac
Nel 1882 in occasione del quinto centenario della dedizione di Trieste all’Austria, il governo ebbe intenzione di organizzare un’importante Esposizione Agricolo-Industriale a Trieste. Erano gli anni dell’irredentismo italiano, in città si attivano le manifestazioni patriottiche. il Consiglio comunale per evitare attriti votò a favore dell’esposizione tra i fischi del pubblico presente.
Il podestà Riccardo Bazzoni rifiutò di presiedere il comitato organizzativo, ne assunse il patronato l’arciduca Carlo Ludovico, fratello dell’imperatore. La scelta del luogo cadde sul passeggio di Sant’Andrea, per avere a disposizione un’area più ampia fu necessario interrare un vasto tratto di fondo marino, venne costruita una sponda murata ed un moletto per l’attracco delle imbarcazioni. Il progetto del complesso fu elaborato dall’architetto Giovanni Berlam con la collaborazione del figlio Ruggero, dell’architetto Giovanni Righetti assistito da altri nomi importanti.
C’erano ventinove padiglioni, il principale in stile lombardesco aveva una lunghezza di 325 metri, in corrispondenza al moletto c’era il padiglione della Marina che ospitava la sezione della Bosnia. Fra i due si ergeva riccamente adornato il padiglione imperiale. Si susseguivano l’acquario, il padiglione croato, il ristorante Dreher e il caffè Pitschen. Non mancava una casermetta con le guardie. In posizione più elevata, si allineava l’esposizione agraria, il restaurant Reininghaus, il capannone del fioricoltore Perotti, l’esposizione ferriera, quella delle botti ed una csárda, ossia un’osteria ungherese. Occupava la scarpata un grande padiglione classicheggiante, che ospitava il museo orientale e quello di arti e mestieri. Sulla sinistra c’era il restaurant Pilsen ed il padiglione degli zuccheri mentre lungo l’attuale via Romolo Gessi, si trovavano i capannoni con il restaurant Schreiner, il Puntigam, l’osteria Canova, la cantina d’assaggio e in fondo il padiglione cementi e il caffè bosniaco. Il complesso era fornito di servizi igienici, chioschi per la vendita di tabacchi, giornali e fiori, il tutto illuminato da fanali a gas. Per passare agevolmente da uno all’altro dei ripiani, lungo le scarpate vennero aperti dei vialetti con piazzole dotate da panchine che possiamo vedere ancora oggi. Venne creata anche una grotta artificiale. I visitatori potevano arrivare con un servizio di giardiniere, con una regolare linea di tram a cavalli, oltre che con i vaporetti che attraccavano al moletto.
Dalle 250 persone invitate, molte rifiutarono di organizzare una mostra di prodotti triestini.
Il 1° agosto 1882 la manifestazione fu inaugurata alla presenza dell’arciduca Ludovico, tutta la città venne illuminata a festa, seguirono giorni di cerimonie ricevimenti e musiche. Nel contempo si moltiplicarono le sommosse e gli attentati, alcuni espositori non sentendosi sicuri volevano abbandonare l’esposizione, che comunque era poco frequentata. L’imperatore Francesco Giuseppe, con la consorte Elisabetta ed i principi ereditari, per favorire l’esposizione annunciarono la loro presenza. Fu preparata una grande accoglienza: con bande, case decorate, navi pavesate, archi trionfali, il giorno seguente l’imperatore era atteso a Sant’Andrea per una splendida festa d’accoglienza a bordo della Berenice, nave del barone Morpurgo, si sospettò di un attentato sulla stessa nave all’insaputa barone, non si seppe se le voci furono vere o meno, per sicurezza i sovrani non parteciparono. Le autorità erano allertate, sembrava che fossero poste bombe sulla strada ferrata, all’esposizione, nelle barche. L’imperatore se ne andò sdegnato per l’ostilità che gli venne dimostrata e non ritornò mai più nella nostra città.
Sunto tratto da “San Vito” di Fabio Zubini
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Catalogo dell'Esposizione Agricolo - Industriale di Sant'Andrea - 1882 - Collezione Iure Barac
Nel 1882 in occasione del quinto centenario della dedizione di Trieste all’Austria, il governo ebbe intenzione di organizzare un’importante Esposizione Agricolo-Industriale a Trieste. Erano gli anni dell’irredentismo italiano, in città si attivano le manifestazioni patriottiche. il Consiglio comunale per evitare attriti votò a favore dell’esposizione tra i fischi del pubblico presente.
Il podestà Riccardo Bazzoni rifiutò di presiedere il comitato organizzativo, ne assunse il patronato l’arciduca Carlo Ludovico, fratello dell’imperatore. La scelta del luogo cadde sul passeggio di Sant’Andrea, per avere a disposizione un’area più ampia fu necessario interrare un vasto tratto di fondo marino, venne costruita una sponda murata ed un moletto per l’attracco delle imbarcazioni. Il progetto del complesso fu elaborato dall’architetto Giovanni Berlam con la collaborazione del figlio Ruggero, dell’architetto Giovanni Righetti assistito da altri nomi importanti.
C’erano ventinove padiglioni, il principale in stile lombardesco aveva una lunghezza di 325 metri, in corrispondenza al moletto c’era il padiglione della Marina che ospitava la sezione della Bosnia. Fra i due si ergeva riccamente adornato il padiglione imperiale. Si susseguivano l’acquario, il padiglione croato, il ristorante Dreher e il caffè Pitschen. Non mancava una casermetta con le guardie. In posizione più elevata, si allineava l’esposizione agraria, il restaurant Reininghaus, il capannone del fioricoltore Perotti, l’esposizione ferriera, quella delle botti ed una csárda, ossia un’osteria ungherese. Occupava la scarpata un grande padiglione classicheggiante, che ospitava il museo orientale e quello di arti e mestieri. Sulla sinistra c’era il restaurant Pilsen ed il padiglione degli zuccheri mentre lungo l’attuale via Romolo Gessi, si trovavano i capannoni con il restaurant Schreiner, il Puntigam, l’osteria Canova, la cantina d’assaggio e in fondo il padiglione cementi e il caffè bosniaco. Il complesso era fornito di servizi igienici, chioschi per la vendita di tabacchi, giornali e fiori, il tutto illuminato da fanali a gas. Per passare agevolmente da uno all’altro dei ripiani, lungo le scarpate vennero aperti dei vialetti con piazzole dotate da panchine che possiamo vedere ancora oggi. Venne creata anche una grotta artificiale. I visitatori potevano arrivare con un servizio di giardiniere, con una regolare linea di tram a cavalli, oltre che con i vaporetti che attraccavano al moletto.
Dalle 250 persone invitate, molte rifiutarono di organizzare una mostra di prodotti triestini.
Il 1° agosto 1882 la manifestazione fu inaugurata alla presenza dell’arciduca Ludovico, tutta la città venne illuminata a festa, seguirono giorni di cerimonie ricevimenti e musiche. Nel contempo si moltiplicarono le sommosse e gli attentati, alcuni espositori non sentendosi sicuri volevano abbandonare l’esposizione, che comunque era poco frequentata. L’imperatore Francesco Giuseppe, con la consorte Elisabetta ed i principi ereditari, per favorire l’esposizione annunciarono la loro presenza. Fu preparata una grande accoglienza: con bande, case decorate, navi pavesate, archi trionfali, il giorno seguente l’imperatore era atteso a Sant’Andrea per una splendida festa d’accoglienza a bordo della Berenice, nave del barone Morpurgo, si sospettò di un attentato sulla stessa nave all’insaputa barone, non si seppe se le voci furono vere o meno, per sicurezza i sovrani non parteciparono. Le autorità erano allertate, sembrava che fossero poste bombe sulla strada ferrata, all’esposizione, nelle barche. L’imperatore se ne andò sdegnato per l’ostilità che gli venne dimostrata e non ritornò mai più nella nostra città.
Sunto tratto da “San Vito” di Fabio Zubini
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Esposizione Agricolo - Industriale di Sant'Andrea - 1882 - Archivi MCSA
Nel 1882 in occasione del quinto centenario della dedizione di Trieste all’Austria, il governo ebbe intenzione di organizzare un’importante Esposizione Agricolo-Industriale a Trieste. Erano gli anni dell’irredentismo italiano, in città si attivano le manifestazioni patriottiche. il Consiglio comunale per evitare attriti votò a favore dell’esposizione tra i fischi del pubblico presente.
Il podestà Riccardo Bazzoni rifiutò di presiedere il comitato organizzativo, ne assunse il patronato l’arciduca Carlo Ludovico, fratello dell’imperatore. La scelta del luogo cadde sul passeggio di Sant’Andrea, per avere a disposizione un’area più ampia fu necessario interrare un vasto tratto di fondo marino, venne costruita una sponda murata ed un moletto per l’attracco delle imbarcazioni. Il progetto del complesso fu elaborato dall’architetto Giovanni Berlam con la collaborazione del figlio Ruggero, dell’architetto Giovanni Righetti assistito da altri nomi importanti.
C’erano ventinove padiglioni, il principale in stile lombardesco aveva una lunghezza di 325 metri, in corrispondenza al moletto c’era il padiglione della Marina che ospitava la sezione della Bosnia. Fra i due si ergeva riccamente adornato il padiglione imperiale. Si susseguivano l’acquario, il padiglione croato, il ristorante Dreher e il caffè Pitschen. Non mancava una casermetta con le guardie. In posizione più elevata, si allineava l’esposizione agraria, il restaurant Reininghaus, il capannone del fioricoltore Perotti, l’esposizione ferriera, quella delle botti ed una csárda, ossia un’osteria ungherese. Occupava la scarpata un grande padiglione classicheggiante, che ospitava il museo orientale e quello di arti e mestieri. Sulla sinistra c’era il restaurant Pilsen ed il padiglione degli zuccheri mentre lungo l’attuale via Romolo Gessi, si trovavano i capannoni con il restaurant Schreiner, il Puntigam, l’osteria Canova, la cantina d’assaggio e in fondo il padiglione cementi e il caffè bosniaco. Il complesso era fornito di servizi igienici, chioschi per la vendita di tabacchi, giornali e fiori, il tutto illuminato da fanali a gas. Per passare agevolmente da uno all’altro dei ripiani, lungo le scarpate vennero aperti dei vialetti con piazzole dotate da panchine che possiamo vedere ancora oggi. Venne creata anche una grotta artificiale. I visitatori potevano arrivare con un servizio di giardiniere, con una regolare linea di tram a cavalli, oltre che con i vaporetti che attraccavano al moletto.
Dalle 250 persone invitate, molte rifiutarono di organizzare una mostra di prodotti triestini.
Il 1° agosto 1882 la manifestazione fu inaugurata alla presenza dell’arciduca Ludovico, tutta la città venne illuminata a festa, seguirono giorni di cerimonie ricevimenti e musiche. Nel contempo si moltiplicarono le sommosse e gli attentati, alcuni espositori non sentendosi sicuri volevano abbandonare l’esposizione, che comunque era poco frequentata. L’imperatore Francesco Giuseppe, con la consorte Elisabetta ed i principi ereditari, per favorire l’esposizione annunciarono la loro presenza. Fu preparata una grande accoglienza: con bande, case decorate, navi pavesate, archi trionfali, il giorno seguente l’imperatore era atteso a Sant’Andrea per una splendida festa d’accoglienza a bordo della Berenice, nave del barone Morpurgo, si sospettò di un attentato sulla stessa nave all’insaputa barone, non si seppe se le voci furono vere o meno, per sicurezza i sovrani non parteciparono. Le autorità erano allertate, sembrava che fossero poste bombe sulla strada ferrata, all’esposizione, nelle barche. L’imperatore se ne andò sdegnato per l’ostilità che gli venne dimostrata e non ritornò mai più nella nostra città.
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Opcina:Il laghetto rotondo, poi prosciugato, sull'area del Piazzale Monte Re nei primissimi anni del '900. Coll. Dino Cafagna
Il toponimo antico di Piazzale Monte Re è Škavenca (variante locale dialettale del sostantivo ‘škavnica’ – pozza d’acqua).
Il piazzale è stato ottenuto infatti nei primi anni del novecento prosciugando lo stagno (di acque piovane), utilizzato per abbeverare il bestiame.
Mappa catastale del Comune di Villa Opicina, nel 1822, con ben visibile il laghetto rotondo.... l'area è definita "Škavenca"
C’erano 9 laghetti a Opicina, il primo ad essere prosciugato era proprio quello di Piazzale Monte Re, già all’inizio del Novecento. Il più noto tra questi stagni era il laghetto Bardina o Brdina (*) prosciugato nel 1941, diventando la “piazzetta Bardina”………………………………………………….. (*) denominazione popolare che deriva dalla parola “brdo” cioè “colle” con il suffisso aumentativo “-ina” (collinetta).
Una curiosità: si pensa che il primo nucleo abitativo di Opicina si sia costituito proprio in quest’area (Bardina), vicino cioè, come tutte le civiltà, a una fonte d’acqua. Anche per questo, probabilmente, la primitiva chiesetta di S. Bartolomeo, citata già attorno al XIV secolo, è stata edifica proprio lì vicino. Del resto la stessa etimologia di “Opcina” si fa risalire (Zubini) alla parola “ob pecini” = “presso la grotta”, primo centro abitato collegato a una cavità in questa zona.
(Dino Cafagna)