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Categoria: Stampe di Trieste
Trieste : Porta Riborgo e Donota nel 1692
Zona Sant’Andrea da una fotografia del 1870
Trieste : Veduta del 1840
Cattedrale di san Giusto, cartolina degli anni Venti
Cattedrale e Castello di san Giusto, incisione ottocentesca
Cattedrale e Castello di san Giusto, incisione ottocentesca
Cattedrale di san Giusto
Cattedrale e Castello di san Giusto, incisione ottocentesca
Trieste, nel 1700
Veduta generale della città e del porto di Trieste, fine ‘700
Alexander Kircher (Trieste, 1867 – Berlino, 1939). Pittore e illustratore di marine e paesaggi
Trieste – Castello di Miramare, da una stampa colorata dell’Ottocento
Trieste – Via del Molino a Vento
Panorama di Trieste, 1860
Campo Marzio – Il primo arsenale del Lloyd Austriaco
Canal Grande, acquaforte. Sullo sfondo la primitiva chiesa di Sant’Antonio.
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Canal Grande, acquaforte. Sullo sfondo la primitiva chiesa di Sant'Antonio.
Canal Grande: Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città, a metà strada circa tra la stazione ferroviaria e piazza Unità d’Italia, con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio.
Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando queste vennero interrate per permettere lo sviluppo urbanistico della città all’esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci.
Nella sua conformazione iniziale, il canale era più lungo di come si presenta oggi, ed arrivava sino a lambire la chiesa di Sant’Antonio. La parte terminale del canale è stata infatti interrata nel 1934, con le macerie derivanti dalla demolizione della città vecchia, ricavando così l’attuale piazza Sant’Antonio. Nell’interramento si dice che sia stata sepolta anche una piccola nave che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della guerra sebbene dalle fotografie dell’epoca, ritraenti i lavori di interramento, non si scorga alcuno scafo.
Piazza San Antonio Nuovo: Il piazzale antistante la chiesa di S. Antonio Taumaturgo (architetto Pietro Nobile, 1828-1849), sempre così chiamato dalla tradizione popolare, venne ufficializzato in «piazza S. Antonio» il 28 marzo 1919, con delibera della Giunta Municipale. A quell’epoca il piazzale copriva un’area pari a circa la metà di quella attuale, estendendosi il Canal Grande fino all’altezza dell’attuale Caffè Stella Polare. La parte terminale del canale venne interrata nel 1934, essendo riempita con i detriti provenienti dalle demolizioni di Cittavecchia. La piazza, abbellita dalla fontana ancora esistente, ebbe nuova denominazione di piazza Umberto I il 16 febbraio 1935. Nel 1944 numero 498 venne soppressa questa intitolazione e venne sostituita con quella di piazza S. Antonio Nuovo, una denominazione per distinguerla dalla chiesa della Beata Vergine del Soccorso vulgo S. Antonio Vecchio di piazza Lipsia (oggi piazza Hortis). Già nel 1827 l’architetto Pietro Nobile parlava della chiesa di S. Antonio «nuovissimo» che stava per sorgere.
Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo: chiamata comunemente chiesa di Sant’Antonio Nuovo, è il principale edificio religioso del Borgo Teresiano e del centro di Trieste, situata nell’omonima piazza, a ridosso del Canale Grande.
Il progetto della chiesa risale al 1808, ma i lavori cominciarono solo nel 1825. La facciata dell’edificio è caratterizzata da sei colonne ioniche. Sempre sulla facciata principale, nell’attico, sono presenti sei statue scolpite da Francesco Bosa nel 1842, raffiguranti san Giusto, san Sergio, san Servolo, san Mauro, sant’Eufemia e santa Tecla. Fino alla meta del Settecento, al suo posto sorgeva una cappella privata dedicata all’Annunciazione. Dopo la concessione da parte di Antonio Rossetti di rendere l’accesso alla cappella pubblico, essa divenne insufficiente dato il grande afflusso dei credenti. Così fu deciso di innalzare una chiesa più grande, in stile barocco dedicata a Sant’Antonio Nuovo. Attorno al 1771 si completò questa struttura, ma ben presto anche questa divenne troppo piccola.
Nel 1808, diversi architetti progettarono un’alternativa alla chiesa di Sant’Antonio Nuovo. Vinse il concorso il progetto neoclassico dell’architetto svizzero Pietro Nobile. Tuttavia, la consacrazione dell’imponente chiesa (92 x 28 m.) si ebbe solo nel 1849. tempo è stata sottoposta a ripetuti interventi di restauro, specie degli interni (restauro dell’affresco di S. Santi sul catino dell’abside, 1985) e della cupola (1987). È stata ufficialmente intavolata a favore del Comune di Trieste su richiesta del Consiglio Comunale d.d. 30.6.1987. Il nuovo altare marmoreo è opera dell’architetto A. Guacci (consacrato 13.6.1988), mentre la nuova statua di San Sergio che è andata a sostituire sull’attico quella distrutta nel 1976 è stata eseguita su disegno dell’architetto L. Pavan.
Testi da: Wikipedia; E. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989; S. Rutteri, Trieste, Storia ed Arte tra Vie e Piazze. Trieste 1981.
Canal Grande con piazza e vecchia chiesa di Sant’Antonio demolita nel 1827
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Canal Grande con piazza e vecchia chiesa di Sant’Antonio, demolita nel 1827
Piazza San Antonio Nuovo: Il piazzale antistante la chiesa di S. Antonio Taumaturgo (architetto Pietro Nobile, 1828-1849), sempre così chiamato dalla tradizione popolare, venne ufficializzato in «piazza S. Antonio» il 28 marzo 1919, con delibera della Giunta Municipale. A quell’epoca il piazzale copriva un’area pari a circa la metà di quella attuale, estendendosi il Canal Grande fino all’altezza dell’attuale Caffè Stella Polare. La parte terminale del canale venne interrata nel 1934, essendo riempita con i detriti provenienti dalle demolizioni di Cittavecchia. La piazza, abbellita dalla fontana ancora esistente, ebbe nuova denominazione di piazza Umberto I il 16 febbraio 1935. Nel 1944 numero 498 venne soppressa questa intitolazione e venne sostituita con quella di piazza S. Antonio Nuovo, una denominazione per distinguerla dalla chiesa della Beata Vergine del Soccorso vulgo S. Antonio Vecchio di piazza Lipsia (oggi piazza Hortis). Già nel 1827 l’architetto Pietro Nobile parlava della chiesa di S. Antonio «nuovissimo» che stava per sorgere.
Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo: chiamata comunemente chiesa di Sant’Antonio Nuovo, è il principale edificio religioso del Borgo Teresiano e del centro di Trieste, situata nell’omonima piazza, a ridosso del Canale Grande.
Il progetto della chiesa risale al 1808, ma i lavori cominciarono solo nel 1825. La facciata dell’edificio è caratterizzata da sei colonne ioniche. Sempre sulla facciata principale, nell’attico, sono presenti sei statue scolpite da Francesco Bosa nel 1842, raffiguranti san Giusto, san Sergio, san Servolo, san Mauro, sant’Eufemia e santa Tecla. Fino alla meta del Settecento, al suo posto sorgeva una cappella privata dedicata all’Annunciazione. Dopo la concessione da parte di Antonio Rossetti di rendere l’accesso alla cappella pubblico, essa divenne insufficiente dato il grande afflusso dei credenti. Così fu deciso di innalzare una chiesa più grande, in stile barocco dedicata a Sant’Antonio Nuovo. Attorno al 1771 si completò questa struttura, ma ben presto anche questa divenne troppo piccola.
Nel 1808, diversi architetti progettarono un’alternativa alla chiesa di Sant’Antonio Nuovo. Vinse il concorso il progetto neoclassico dell’architetto svizzero Pietro Nobile. Tuttavia, la consacrazione dell’imponente chiesa (92 x 28 m.) si ebbe solo nel 1849. tempo è stata sottoposta a ripetuti interventi di restauro, specie degli interni (restauro dell’affresco di S. Santi sul catino dell’abside, 1985) e della cupola (1987). È stata ufficialmente intavolata a favore del Comune di Trieste su richiesta del Consiglio Comunale d.d. 30.6.1987. Il nuovo altare marmoreo è opera dell’architetto A. Guacci (consacrato 13.6.1988), mentre la nuova statua di San Sergio che è andata a sostituire sull’attico quella distrutta nel 1976 è stata eseguita su disegno dell’architetto L. Pavan.
Canal Grande: Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città, a metà strada circa tra la stazione ferroviaria e piazza Unità d’Italia, con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio.
Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando queste vennero interrate per permettere lo sviluppo urbanistico della città all’esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci.
Nella sua conformazione iniziale, il canale era più lungo di come si presenta oggi, ed arrivava sino a lambire la chiesa di Sant’Antonio. La parte terminale del canale è stata infatti interrata nel 1934, con le macerie derivanti dalla demolizione della città vecchia, ricavando così l’attuale piazza Sant’Antonio. Nell’interramento si dice che sia stata sepolta anche una piccola nave che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della guerra sebbene dalle fotografie dell’epoca, ritraenti i lavori di interramento, non si scorga alcuno scafo.
Testi da: Wikipedia; E. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989; S. Rutteri, Trieste, Storia ed Arte tra Vie e Piazze. Trieste 1981.
Il Bagno (galleggiante) Maria
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Il Bagno (galleggiante) Maria
(M. Tauceri)
Veduta di Trieste da Roiano
Prospetto vero del porto e della città di Trieste
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Teatro Armonia.
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Teatro Armonia, litografia.
L’imponente edificio galleggiante venne costruito nel 1858 su disegno dell’ingegner Lorenzo Furian presso le officine Strudthoff. Furian progettò uno stabilimento analogo per Portorose (anch’esso immortalato da Rieger in una litografia dal titolo “Bagno marittimo e villeggiatura di S. Lorenzo in Porto-Rose”).
Il “bagno galleggiante Maria”, costruito in legno, era attraccato nel centro del porto, di fronte all’Hotel de la Ville, era in grado di accogliere duecento persone, lungo 50 metri e largo 26 era dotato di cento camerini, di una caffetteria e di due piscine: una per gli uomini, l’altra per le donne ed i bambini. Sembra sia stato distrutto da una tempesta nel 1911.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Piazza Cavana, 1863.
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Piazza Cavana, 1863.
L’imponente edificio galleggiante venne costruito nel 1858 su disegno dell’ingegner Lorenzo Furian presso le officine Strudthoff. Furian progettò uno stabilimento analogo per Portorose (anch’esso immortalato da Rieger in una litografia dal titolo “Bagno marittimo e villeggiatura di S. Lorenzo in Porto-Rose”).
Il “bagno galleggiante Maria”, costruito in legno, era attraccato nel centro del porto, di fronte all’Hotel de la Ville, era in grado di accogliere duecento persone, lungo 50 metri e largo 26 era dotato di cento camerini, di una caffetteria e di due piscine: una per gli uomini, l’altra per le donne ed i bambini. Sembra sia stato distrutto da una tempesta nel 1911.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Stabilimento Balneare Maria, 1858.
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Stabilimento Balneare Maria , litografia, 1858.
L’imponente edificio galleggiante venne costruito nel 1858 su disegno dell’ingegner Lorenzo Furian presso le officine Strudthoff. Furian progettò uno stabilimento analogo per Portorose (anch’esso immortalato da Rieger in una litografia dal titolo “Bagno marittimo e villeggiatura di S. Lorenzo in Porto-Rose”).
Il “bagno galleggiante Maria”, costruito in legno, era attraccato nel centro del porto, di fronte all’Hotel de la Ville, era in grado di accogliere duecento persone, lungo 50 metri e largo 26 era dotato di cento camerini, di una caffetteria e di due piscine: una per gli uomini, l’altra per le donne ed i bambini. Sembra sia stato distrutto da una tempesta nel 1911.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), La baia di Trieste, 1859.
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), La baia di Trieste, 1859.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Veduta aerea di Trieste, 1865.
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Veduta aerea di Trieste, cromolitografia, 1865.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Ferdinandeo, 1868.
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Ferdinandeo, 1868.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Piroscafo postale presso Trieste
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Piroscafo postale presso Trieste
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Sbarco del feretro di Massimiliano I a Trieste, 1868.
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Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Trieste nel 1700.
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Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Veduta di Trieste, 1850 ca.
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Veduta di Trieste, 1850 ca.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905), Pescatori nei pressi del Castello di Miramare
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Pescatori nei pressi del Castello di Miramare al tramonto.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 – Vienna, 1905)
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Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Trieste, Piazza Grande
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.