Trieste – Piazza Giuseppe Garibaldi 10

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Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi 10.
Foto Paolo Carbonaio

Piazza Giuseppe Garibaldi: Barriera Vecchia. Al termine di via A. Oriani, all’inizio di viale G. D’Annunzio. C.A.P. 34131.
Già piazza della Barriera Vecchia, ebbe nuova denominazione con delibera Giunumero Mun, d.d. 28. 3. 1919 numero IX-31/5-19. Giuseppe Garibaldi, generale e uomo politico italiano, nacque a Nizza nel 1807; membro della Giovine Italia dal 1832, visse rifugiato nell’America del Sud dal 1835 al 1847, dopo il fallimento dell’insurrezione a Genova (1834). Rientrato in Italia, partecipò alla prima guerra di indipendenza al comando di gruppi di volontari; deputato della città di Macerata, fu tra i fautori e difensori della Repubblica Romana, dopo la sua caduta visse in Sardegna e dal 1857 si stabilì nell’isola di Caprera. Partecipò alla seconda guerra di indipendenza (1859) e, divenuto generale dell’esercito sardo, fu a capo del gruppo di volontari denominato «Cacciatori delle Alpi». Nel 1860 organizzò la celebre «Spedizione dei Mille» e, sbarcato a Marsala, assunse la dittatura della Sicilia iniziando la marcia alla volta di Roma, interrotta a Teano per volontà di Vittorio Emanuele II. Ritiratosi a Caprera, tentò nuovamente la presa di Roma, senza successo, nel 1862 e nel 1867.
Combattente in Trentino durante la terza guerra di indipendenza (1866), difese la Francia nella guerra franco-prussiana conquistando Digione. Ritiratosi nuovamente a Caprera, vi trascorse gli ultimi anni di vita, morendo nel 1882. Benché mai giunto a Trieste, Garibaldi esercitò notevole fascino e influenza sugli irredentisti della regione, atteggiandosi a vate profetico della sua redenzione. Notevoli furono quindi gli echi garibaldini nella regione Giulia specialmente a partire dal 1860, rafforzati da una visita del generale a Udine nel marzo 1867, occasione nella quale ricevette una delegazione di giuliani ed istriani; in una lettera ((Ai Triestini» del 1 ° aprile 1876 ebbe a scrivere della «amata nostra Trieste – preziosa gemma di cui tuttora trovasi vedovata l’Italia – e le Romane imponenti rovine di Pola, monumenti che attestano la maggiore delle grandezze romane. Oh! si! io patrocinerò la causa dei fratelli oppressi sino all’ultimo soffio di vita». In piazza G. Garibaldi, la colonna con la statua in bronzo dorato dello scultore F. Asco venne eretta in occasione dell ‘Anno Mariano, il 12 settembre 1954. La fontana, opera attribuita all’architetto G. Bernardi (scultore G. Depaul) fu restaurata dallo scultore numero Spagnoli e poi riattivata nel 1951.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Già piazza della Barriera Vecchia, ebbe nuova denominazione con delibera Giunumero Mun, d.d. 28. 3. 1919 numero IX-31/5-19. Giuseppe Garibaldi, generale e uomo politico italiano, nacque a Nizza nel 1807; membro della Giovine Italia dal 1832, visse rifugiato nell’America del Sud dal 1835 al 1847, dopo il fallimento dell’insurrezione a Genova (1834). Rientrato in Italia, partecipò alla prima guerra di indipendenza al comando di gruppi di volontari; deputato della città di Macerata, fu tra i fautori e difensori della Repubblica Romana, dopo la sua caduta visse in Sardegna e dal 1857 si stabilì nell’isola di Caprera. Partecipò alla seconda guerra di indipendenza (1859) e, divenuto generale dell’esercito sardo, fu a capo del gruppo di volontari denominato «Cacciatori delle Alpi». Nel 1860 organizzò la celebre «Spedizione dei Mille» e, sbarcato a Marsala, assunse la dittatura della Sicilia iniziando la marcia alla volta di Roma, interrotta a Teano per volontà di Vittorio Emanuele II. Ritiratosi a Caprera, tentò nuovamente la presa di Roma, senza successo, nel 1862 e nel 1867.
Combattente in Trentino durante la terza guerra di indipendenza (1866), difese la Francia nella guerra franco-prussiana conquistando Digione. Ritiratosi nuovamente a Caprera, vi trascorse gli ultimi anni di vita, morendo nel 1882. Benché mai giunto a Trieste, Garibaldi esercitò notevole fascino e influenza sugli irredentisti della regione, atteggiandosi a vate profetico della sua redenzione. Notevoli furono quindi gli echi garibaldini nella regione Giulia specialmente a partire dal 1860, rafforzati da una visita del generale a Udine nel marzo 1867, occasione nella quale ricevette una delegazione di giuliani ed istriani; in una lettera ((Ai Triestini» del 1 ° aprile 1876 ebbe a scrivere della «amata nostra Trieste – preziosa gemma di cui tuttora trovasi vedovata l’Italia – e le Romane imponenti rovine di Pola, monumenti che attestano la maggiore delle grandezze romane. Oh! si! io patrocinerò la causa dei fratelli oppressi sino all’ultimo soffio di vita». In piazza G. Garibaldi, la colonna con la statua in bronzo dorato dello scultore F. Asco venne eretta in occasione dell ‘Anno Mariano, il 12 settembre 1954. La fontana, opera attribuita all’architetto G. Bernardi (scultore G. Depaul) fu restaurata dallo scultore numero Spagnoli e poi riattivata nel 1951.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.