Trieste: Largo Papa Giovanni XXIII. Palazzo Vivante

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Trieste: Largo Papa Giovanni XXIII.
Palazzo Vivante. 
Foto Paolo Carbonaio 
Trieste: Largo Papa Giovanni XXIII.
Palazzo Vivante eretto tra il 1842 e il 1844 su progetto dell’architetto Domenico Corti. L’area sulla quale furono costruiti il palazzo e il suo giardino in precedenza era occupata da una fabbrica di cere.
Il palazzo doveva diventare l’abitazione privata della famiglia Corti, ma l’architetto lombardo morì nel 1842, senza riuscire a vedere completato il suo edificio. Nel marzo del 1867 lo stabile venne intavolato a nome di Luca Francesco e Marco Domenico Garofolo, mentre nel dicembre del 1874 ne divenne proprietario Marco Salem. Nel 1904 l’edificio fu acquistato da Fortunato Vivante che lo elesse a dimora della sua famiglia. Da allora l’immobile è noto con il nome di Palazzo Vivante. I Vivante, commercianti , banchieri e assicuratori, elevati al rango di baroni dall’imperatore Francesco Giuseppe, erano ebrei di origine francese. Nel 1918-19 Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata, aveva il suo ufficio nella sala ovale del primo piano. A ricordo di tale avvenimento venne apposta una targa sulla facciata di Palazzo Vivante. L’edificio venne ristrutturato alla fine dell’Ottocento dall’architetto viennese Koenig, a cui seguirono le modifiche operate nel 1905 ad opera degli architetti A. Ziffer e R. Dick. Nell’estate del 1945, l’edificio venne seriamente danneggiato da un bombardamento e in seguito abbandonato. Nell’inverno dello stesso anno don Edoardo Marzari vi sistemò provvisoriamente dei profughi istriani. Nel 1949 Palazzo Vivante diventò proprietà dell’Opera Figli del Popolo per l’Assistenza Sociale alla Gioventù. Nel 1952 l’architetto F. Vicentini seguì i lavori di restauro dell’immobile. (web)

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Palazzo Vivante 
Foto Paolo Carbonaio 
Trieste: Largo Papa Giovanni XXIII.
Palazzo Vivante eretto tra il 1842 e il 1844 su progetto dell’architetto Domenico Corti. L’area sulla quale furono costruiti il palazzo e il suo giardino in precedenza era occupata da una fabbrica di cere.
Il palazzo doveva diventare l’abitazione privata della famiglia Corti, ma l’architetto lombardo morì nel 1842, senza riuscire a vedere completato il suo edificio. Nel marzo del 1867 lo stabile venne intavolato a nome di Luca Francesco e Marco Domenico Garofolo, mentre nel dicembre del 1874 ne divenne proprietario Marco Salem. Nel 1904 l’edificio fu acquistato da Fortunato Vivante che lo elesse a dimora della sua famiglia. Da allora l’immobile è noto con il nome di Palazzo Vivante. I Vivante, commercianti , banchieri e assicuratori, elevati al rango di baroni dall’imperatore Francesco Giuseppe, erano ebrei di origine francese. Nel 1918-19 Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata, aveva il suo ufficio nella sala ovale del primo piano. A ricordo di tale avvenimento venne apposta una targa sulla facciata di Palazzo Vivante. L’edificio venne ristrutturato alla fine dell’Ottocento dall’architetto viennese Koenig, a cui seguirono le modifiche operate nel 1905 ad opera degli architetti A. Ziffer e R. Dick. Nell’estate del 1945, l’edificio venne seriamente danneggiato da un bombardamento e in seguito abbandonato. Nell’inverno dello stesso anno don Edoardo Marzari vi sistemò provvisoriamente dei profughi istriani. Nel 1949 Palazzo Vivante diventò proprietà dell’Opera Figli del Popolo per l’Assistenza Sociale alla Gioventù. Nel 1952 l’architetto F. Vicentini seguì i lavori di restauro dell’immobile. (web)

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Palazzo Vivante 
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Palazzo Vivante eretto tra il 1842 e il 1844 su progetto dell’architetto Domenico Corti. L’area sulla quale furono costruiti il palazzo e il suo giardino in precedenza era occupata da una fabbrica di cere.
Il palazzo doveva diventare l’abitazione privata della famiglia Corti, ma l’architetto lombardo morì nel 1842, senza riuscire a vedere completato il suo edificio. Nel marzo del 1867 lo stabile venne intavolato a nome di Luca Francesco e Marco Domenico Garofolo, mentre nel dicembre del 1874 ne divenne proprietario Marco Salem. Nel 1904 l’edificio fu acquistato da Fortunato Vivante che lo elesse a dimora della sua famiglia. Da allora l’immobile è noto con il nome di Palazzo Vivante. I Vivante, commercianti , banchieri e assicuratori, elevati al rango di baroni dall’imperatore Francesco Giuseppe, erano ebrei di origine francese. Nel 1918-19 Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata, aveva il suo ufficio nella sala ovale del primo piano. A ricordo di tale avvenimento venne apposta una targa sulla facciata di Palazzo Vivante. L’edificio venne ristrutturato alla fine dell’Ottocento dall’architetto viennese Koenig, a cui seguirono le modifiche operate nel 1905 ad opera degli architetti A. Ziffer e R. Dick. Nell’estate del 1945, l’edificio venne seriamente danneggiato da un bombardamento e in seguito abbandonato. Nell’inverno dello stesso anno don Edoardo Marzari vi sistemò provvisoriamente dei profughi istriani. Nel 1949 Palazzo Vivante diventò proprietà dell’Opera Figli del Popolo per l’Assistenza Sociale alla Gioventù. Nel 1952 l’architetto F. Vicentini seguì i lavori di restauro dell’immobile. (web)

Trieste:Via Tigor 24 angolo Via Don Giovanni Minzoni.

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Trieste: Via Tigor 24 angolo Via Don Giovanni Minzoni.
Foto Paolo Carbonaio 
Trieste: Via Tigor 24 angolo Via Don Giovanni Minzoni.
Ex collegio delle Dame di Sion. L’edificio fu fatto costruire nel 1889 su progetto dell’architetto francese Jean Laboroy, espressamente per la congregazione delle suore di Notre Dame de Sion, giunte a Trieste nel 1881. Fu il primo edificio a Trieste dove si installò un impianto di riscaldamento centralizzato come d’uso in Francia.
Dal 1970 è sede universitaria del Dipartimento di Studi Umanistici.

Trieste: Via Tigor 24 angolo Via Don Giovanni Minzoni. Ex collegio delle Dame di Sion.

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Trieste:Via Tigor 24 angolo Via Don Giovanni Minzoni.
. Foto Paolo Carbonaio 
Trieste: Via Tigor 24 angolo Via Don Giovanni Minzoni.
Ex collegio delle Dame di Sion. L’edificio fu fatto costruire nel 1889 su progetto dell’architetto francese Jean Laboroy, espressamente per la congregazione delle suore di Notre Dame de Sion, giunte a Trieste nel 1881. Fu il primo edificio a Trieste dove si installò un impianto di riscaldamento centralizzato come d’uso in Francia.
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Ex collegio delle Dame di Sion. L’edificio fu fatto costruire nel 1889 su progetto dell’architetto francese Jean Laboroy, espressamente per la congregazione delle suore di Notre Dame de Sion, giunte a Trieste nel 1881. Fu il primo edificio a Trieste dove si installò un impianto di riscaldamento centralizzato come d’uso in Francia.
Dal 1970 è sede universitaria del Dipartimento di Studi Umanistici.