Trieste – Piazza di Scorcola

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Piazza di Scorcola (Google Maps)

 

SCORCOLA (piazza di)

Piazza di Scorcola: Città Nuova-Barriera Nuova. Tra via Martiri della Libertà e via di Scorcola. C.A.P. 34134.

Denominazione ottocentesca, suggerita dalla presenza di un ben più antico toponimo. Scolcola è infatti toponimo attestato almeno dall’anno 1173: «vinea una que est in loco qui dicitur Scolcola». Quanto all’etimo, precisa Doria (1979) che «Scòrcola, da SCULCULA, diminutivo di gotico SKULKA `vedetta, osservatorio’, è toponimo noto anche altrove in Italia e se ne hanno esempi anche per il Friuli e per l’Istria. A Trieste è denominazione di una collina che costituisce come una vedetta sopra la piana già occupata dalle saline ed oggi dal Borgo Teresiano, ed è la stessa su cui i Veneziani costruirono nel 1280, durante un assedio alla città, [un] forte». Lettich (1979), che ritiene di poter datare il toponimo al VII sec., conferma che «la quota 184, a sud della quale lo sperone di Scorcola scoscende verso il mare, è effettivamente una posizione dominante, la quale assicura il controllo della via proveniente da Aquileia, che in questo punto corrispondeva più o meno all’attuale via Udine, e pertanto il significato di “vedetta, sentinella” appare pienamente giustificato». In piazza di Scorcola, al n. civ. 1, si trova palazzo Ralli, notevole edificio ottocentesco in stile neoclassico, sede oggi dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Trieste (nel 1903 sezione di Trieste della Lega industriali austriaci, antenata della Federazione degli Industriali della Venezia Giulia costituita nel 1920, l’attuale Associazione degli Industriali della Provincia di Trieste venne fondata il 1° agosto 1945). Durante il primo conflitto mondiale la denominazione «piazza Scorcola» venne mutata in quella di «piazza Ambrogio Ralli», dal nome del capostipite triestino di quella famiglia, Ambrogio Ralli, nato a Smirne il 20 luglio 1798 e giunto a Trieste nel 1821; dal 1874 (dipl. Imp. Francesco Giuseppe I d.d. 5.9.1874) i membri della famiglia ebbero la dignità di baroni. La famiglia Ralli era inoltre originaria di Chios, nell’Egeo. Palazzo Ralli venne eretto su progetto dell’arch. G. Baldini (1851).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

Un sentito ringraziamento va al Prof. Antonio Trampus, per aver acconsentito all'utilizzo dei suoi testi.

Trieste – Largo Santorio

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Largo Santorio (Google Maps)

 

SANTORIO (largo) Città Nuova-Bariera Nuova/Barriera Vecchia. Al principio di via della Ginnastica, di fronte al ponte della Fabra. C.A.P. 34125. Dal 1901 l’intitolazione di questo largo ricorda il capodistriano Santorio Santorio.

Nato il 29 marzo 1561, Santorio Santorio studiò a Venezia in casa della famiglia Morosini e all’età di quattordici anni entrò nell’Università di Padova, nella quale si laureò in fisica e in medicina teorica nel 1582. Esercitò la professione di medico per cinque anni a Padova e nel territorio veneto finché, nel 1587, divenne medico alla corte di Sigismondo III di Polonia. Santorio rimase in Polonia quattordici anni e, rientrato in Italia, si stabilì a Venezia; nel 1611 venne nominato professore di medicina teorica all’Università di Padova, impegno dal quale si ritirò nel 1624. Docente ammirato e seguito, Santorio divenne noto in tutta l’Europa per la sua opera scientifica, che occupa uno spazio non indifferente nella storia della medicina moderna. Studiò il ricambio materiale fisiologico e patologico, la «perspirazione»; inventò una speciale «bilancia» compiendo importanti scoperte sul metabolismo e sulle variazioni del peso corporeo in relazione alla perspirazione. La sua opera principale fu quella intitolata Ars Sanctorii Sanctorii de Statica Medicina (Venezia 1614), ma pubblicò pure un Methodus vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt (Venezia 1602), i Commentaria in Artem medicinalem Galeni (Venezia 1612), e gli studi De remediorum inventione (Venezia 1629) e De lithotomia, seu calculi vesicae sectione consultatio (Ludguni Batavorum 1638, apparsa postuma). Morì a Venezia il 22 febbraio 1636.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza del Sansovino

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Piazza del Sansovino (Google Maps)

 

SANSOVINO (piazza del)

Piazza del Sansovino: Barriera Vecchia. Al termine di via della Madonnina e di galleria S. de Sandrinelli. C.A.P. 34131.

Questa piazza, sistemata dopo l’apertura della galleria già di Montuzza, ora intitolata a S. de Sandrinelli, venne battezzata «piazza del Sansovino» nel 1908. Jacopo Tatti detto il Sansovino nacque a Firenze nel 1486 e morì a Venezia nel 1570; architetto e scultore, esordì nel 1514 assieme ad A. del Sarto con il progetto della facciata di S. Maria del Fiore. A Roma vinse il concorso per la realizzazione della chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini e dopo il 1527 si trasferì a Venezia, ove, con l’incarico di «Proto delle Procuratie de Supra», progettò numerosi edifici e alcune chiese. Si ricordano, tra le altre opere, palazzo Corner (1553), la libreria Marciana (1537), l’ Ospedale degli Incurabili (dal 1560). Tra le sue opere scultoree si ricordano i rilievi bronzei con le Storie di San Marco per la basilica. In piazza del Sansovino è posto un busto bronzeo a ricordo del musicista istriano A. Smareglia. Quanto alla denominazione «piazza del Sansovino», si può ricordare la curiosa variante popolare/affettiva «piazza del San Sovino» (tale da trasformare il nome in un agiotoponimo) che, cosa ancor più curiosa, compare anche nello Stradario Comunale (Comune di Trieste, Stradario Comunale, Trieste 1985).
Da ricordare che al n. civ. 3 di piazza del Sansovino si trova la Croce Rossa Italiana con altri enti sanitari.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989; S. Rutteri, Trieste, Storia ed Arte tra Vie e Piazze. Trieste 1981.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazzale Antonio Rosmini

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Piazzale Antonio Rosmini (Google Maps)

 

ROSMINI Antonio (piazzale)

Piazzale Antonio Rosmini: San Vito-Città Vecchia. Al termine di via C. Combi, antistante la chiesa della ì Madonna del Mare. C.A.P. 34143.

Con Delibera del Podestà n. 6 d.d. 10.1.1942 a questo piazzale venne dato il nome del filosofo cattolico A. Rosmini. Antonio Rosmini Serbati nacque a Rovereto nel 1797 da nobile famiglia; studiò nella città natale e a Padova e, ordinato sacerdote, si dedicò allo studio della filosofia. Pubblicò, anonimo, nel 1830 il Nuovo saggio sull’origine delle idee (ed. def. 1836); nel 1831 apparvero i Principi della scienza morale, cui seguirono le opere Il rinnovamento della scienza morale (1831), Il rinnovamento della filosofia in Italia (1836), Storia comparativa e critica dei sistemi intorno al principio della morale (1837), Filosofia del diritto (1841-1845), mentre al 1827 risalgono gli Opuscoli filosofici. Altre opere vennero pubblicate postume. Politicamente Rosmini si avvicinò ad un costituzionalismo moderato e pubblicò nel 1848 i due scritti Delle cinque piaghe della Santa Chiesa e La Costituzione secondo la giustizia sociale. Morì a Stresa nel 1855. È interessante ricordare che a Trieste visse e operò l’avv. Giambattista Rosmini (Rovereto 11.5.1777-Trieste 16.9.1847), nipote di Carlo Rosmini, storico di Milano, e cugino del filosofo Antonio Rosmini. Giambattista Rosmini giunse a Trieste negli ultimi anni del XVIII secolo, esercitò l’avvocatura, fu bonapartista ed ebbe notevole parte nella Trieste imprenditoriale di primo Ottocento, essendo anche tra i fondatori delle Assicurazioni Generali (1831), delle quali fu dirigente per molti anni. In piazzale A. Rosmini si trova la moderna chiesa della Madonna del Mare, progettata fin dal 1933 (arch. F. Forlati) ma eretta nel secondo dopoguerra, tra il 1948 e il 1954 (consacrata il 5.12.1954). La parrocchia data dal 12 ottobre 1969. Poco lontano si trova il convento dei Frati Minori (casa canonicamente eretta nel 1943).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo a Roiano

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ROIANO (largo a)

Largo a Roiano: Roiano-Gretta-Barcola. Tra viale Miramare e via S. Teresa. C.A.P. 34135.

Con Delibera del Podestà n. 1106 d.d. 13.7.193 5 questo nuovo piazzale venne battezzato «largo Corsica», dal nome della nota isola oggi regione francese. Con Delibera del Podestà n. 848 d.d. 28.6.1940 l’intitolazione venne mutata in quella di «largo Aiaccio», dal nome della città principale della Corsica. Con delibera del Presidente di Zona d.d. 6.7.1946 (Delibera Presidenziale n. 407), «largo Aiaccio» divenne «largo a Roiano». Roiano, nome di questa ampia zona della periferia cittadina, è toponimo attestato con continuità dal XIV secolo: cfr. a. 1348 Ruglani e sec. XV: Rujani. L’etimo tradizionalmente era ricollegato a una «roggia, in dialetto roia, formatavi dal torrente Martesin che vi scorre nel mezzo» (Generini, 1884); così anche Ravasini (1929): «la roggia, in dialetto `roja’, formata dal piccolo torrente detto Martesin, ha dato il nome a quella località» e ancora Pinguentini (1969): «da roja, friul. ròe, ròja, ròje = roggia, canale di acqua corrente artificiale». Soltanto dagli anni Sessanta è stata fatta luce sull’etimo in questione, tanto che ad oggi non sembra sussista ragionevole dubbio sulle più recenti interpretazioni. Avverte Doria (1960) che il toponimo Roya (a. 1376), derivato da (AR)RUGIA = «roggia» e pure attestato nella zona, «non ha nulla a che vedere con Roiano». Roiano deriva dal lat. RUTILIANUS (come accettato anche dal Lettich, 1979), collegato al gentilizio lat. RUTILIUS, con frequenti paralleli toponomastici.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza tra i Rivi

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Piazza tra i Rivi (Google Maps)

 

RIVI (piazza tra i)

Piazza tra i Rivi: Roiano-Gretta-Barcola. Al termine di via di Roiano. C.A.P. 34135.
Denominazione apposta nel 1903 e suggerita dal fatto che in questo luogo ancora convergono, sotto il manto stradale, alcuni piccoli torrentelli che scendono dalle alture circostanti. Al n. civ. 12 si trova casa Bartoli, eretta nel 1903 su progetto dell’arch. G.M. Mosco. Si nota invece al centro della piazza la chiesa parrocchiale dei Santi Ermacora e Fortunato. Costruita su progetto dell’arch. F. Catolla tra il 1858 ed il 1862 in stile neogotico e consacrata il 13 luglio 1862, la chiesa venne restaurata nel 1955; all’interno vi sono le tombe della famiglia Wassal (transetto destro), notevoli dipinti dei pittori T. Agujari e G. Rota, mentre la Via Crucis è costituita da quattordici terrecotte dell’artista C. Sbisà (1956-1957). Nel 1986 è stato sottratto dalla sacrestia un olio su tela raffigurante forse la Presentazione al tempio.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazzetta Riccardo

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RICCARDO (piazzetta)

Piazzetta Riccardo: San Vito-Città Vecchia. Da via S. Silvestro. C.A.P. 34121.

Denominazione settecentesca, che ricorda il vicino arco romano detto  «di Riccardo». L’origine del nome «arco di Riccardo» venne variamente interpretata dagli storici locali fin dal XVII secolo; P. Petronio scrisse della «Porta del Rè Carlo», alludendo a Carlo Magno (così anche Ireneo della Croce, a. 1698). Kollmann (1807) e Cratey (1808) accennarono ad una presunta prigionia a Trieste di Riccardo Cuor di Leone (che sarebbe stato rinchiuso in una cavità all’interno dell’arco!); altri suggerirono un’origine da «Ricario» e tutte queste interpretazioni vennero riprese in varie epoche da diversi studiosi. Attualmente si ritiene, invece, che il nome Riccardo sia in realtà una corruzione dal sostantivo latino cardo, indicante una delle strade principali della città romana al cui inizio si trovava quest’arco, porta nelle mura cittadine.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo Riborgo

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RIBORGO (largo)

Largo Riborgo: San Vito-Città Vecchia. Lungo corso Italia, all’inizio di via del Teatro romano. C.A.P. 34121.

L’attuale largo Riborgo venne ricavato negli anni Trenta con la demolizione di numerosi edifici già esistenti attorno all’antica piazzetta San Giacomo. Già con delibera Giunta Municipale d.d. 28.3.1919 n. IX-31/5-19 venne soppressa la denominazione «piazzetta S. Giacomo», di modo che la piazzetta stessa divenne parte della via Riborgo (attuale via del Teatro Romano). Con Delibera del Podestà n. 2023 d.d. 24.11.1934 venne stabilito di battezzare il nuovo largo, risultante dall’atterramento di alcuni edifici, «piazza Malta». Infine, con Delibera Presidenziale n. 407 d.d. 6.7.1946 la denominazione «piazza Malta» venne mutata in quella di «largo Riborgo». Riborgo è toponimo attestato almeno dal 1297 («in contrata Riburgi»), che in epoca medioevale indicava anche una torre vicina e l’intero quartiere cittadino che si trovava nei pressi. Il toponimo è ampiamente documentato per tutto il Medioevo e l’età moderna in varie forme (Riborch, Riborgh, ecc.) e ha per base la voce lat.-germ. BURGUS. Più discussa è invece l’ origine della particella RI-; secondo Tribel (1884) la denominazione originaria era Triborgo (perché avrebbe indicato tre borghi incorporati nella città) che avrebbe perduto successivamente la T, riducendosi a Riborgo. Secondo Ravasini (1929), che riprende Coletti (1840), il nome sarebbe derivato da un «rio del borgo», con riferimento al rio che scorreva nel fossato lungo le mura cittadine. Rutteri (1981) accoglie l’interpretazione di Tribel. In largo Riborgo, oltre alle facciate laterali del palazzo sede del Banco di Napoli e dell’edificio delle Assicurazioni Generali attraverso il quale è aperta galleria Protti, si trova la casa-torre o meglio grattacielo Cernitz-Opiglia, eretto su progetto dell’arch. U. Nordio (in collaborazione con l’ing. Orazio Sturli) nel 1936; al centro del largo si nota invece una scultura di M. Mascherini (1961) qui posta nel 1968 raffigurante un «guerriero morente».

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazzale Ottorino Respighi

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RESPIGHI Ottorino (piazzale)

Piazzale Ottorino Respighi: Valmaura-Borgo San Sergio. Tra le vie G. Farinelli e G. Paisiello. C.A.P. 34148. Dall’11.4.1961 (delibera Giunta Municipale n. 74) la denominazione di questa strada ricorda il compositore O. Respighi. Nato a Bologna nel 1879, Respighi studiò al Liceo Musicale della città natale ed ebbe poi per maestri Rimsky-Korsakof a Pietroburgo e Max Bruch a Berlino. Dal 1913 fu docente di composizione al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma, dal 1923 al 1925 fu direttore dello stesso conservatorio. Accademico d’Italia dal 1932, fu titolare della cattedra di perfezionamento nella composizione all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Scrisse composizioni per il teatro, per orchestra (tra cui il noto poema sinfonico Le fontane di Roma, 1916), brani di musica strumentale da camera, di musica vocale e composizioni per pianoforte e organo. Morì a Roma nel 1936. In piazzale O. Respighi sorgono esclusivamente edifici dell’I.A.C.P.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazzale della Resistenza

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RESISTENZA (piazzale della)

Piazzale della Resistenza: San Vito-Città Vecchia. Sottostante piazzale A. Rosmini, tra le vie A. Colautti e G. Schiaparelli. C.A.P. 34143.

Con delibera Giunta Municipale n. 103 d.d. 21.4.1955 venne stabilito di dare il nome di «piazzale della Resistenza» a questo largo di nuova costruzione. La denominazione ricorda il movimento della Resistenza italiana antifascista e antinazista, organizzatosi soprattutto dopo 1 ‘8 settembre 1943, che portò a una opposizione attiva, armata, diretta e indiretta e la cui opera determ inò la costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale e del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia attraverso l’accordo tra i partiti liberale, democratico-cristiano, socialista, comunista e d’azione. Il movimento fu attivo anche nella Venezia Giulia e molti di coloro che con esso collaborarono direttamente o indirettamente e che sacrificarono la loro vita per gli ideali della Libertà e della Patria sono ricordati nelle denominazioni di strade cittadine. In piazzale della Resistenza si trova un complesso di edifici a torre dell’I.A.C.P., eretto in due lotti (1966-1968 e 1981) su progetto dell’arch. Pio Montesi.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza della Repubblica

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REPUBBLICA (piazza della)

Piazza della Repubblica: Città Nuova-Barriera Nuova. Lungo via G. Mazzini, tra le vie D. Alighieri e S. Caterina. C.A.P. 34122.

Già piazza Nuova, con delibera Giunta Municipale d.d. 28.3.1919 n. IX-3115-19 questa piazza tornò a costituire nell’odonomastica ufficiale parte integrante della strada ribattezzata «via G. Mazzini». Con delibera Giunta Municipale n. 103 d.d. 21.4.195 5 si stabilì di denominare il «largo formato dalla via Mazzini fra la via Dante e la via S. Caterina: Piazza della Repubblica». La denominazione, apposta dopo il ricongiungimento di Trieste all’Italia (1954), ricorda lo Stato italiano, la cui forma di governo repubblicana venne scelta dal corpo elettorale chiamato a votare nel referendum del 2 giugno 1946; i risultati provvisori, che indicavano il maggior numero di voti per la Repubblica rispetto alla Monarchia, furono annunciati il 10 giugno e quelli definitivi il 18 giugno 1946. Al n. civ. 1 di piazza della Repubblica si trova il palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà, notevole edificio costruito tra il 1911 ed il 1914 (inaug. 1914) su progetto degli arch. Ruggero e Arduino Berlam. I Berlam ottennero la commissione di progettare questo palazzo dopo che in un concorso bandito nel 1909 (al quale parteciparono anche gli architetti Ludwig Baumann di Vienna, Luigi Broggi di Milano, Lodovico Braidotti, Enrico Nordio, Giacomo Zamattio e Giorgio Zaninovich di Trieste) risultarono vincitori, oltre ai Berlam, Ignac Alpar di Budapest e Giacomo Zamattio. Essendosi rifiutato Alpar di partecipare a un secondo concorso ed essendo mancato un accordo con Zamattio, l’importante incarico venne affidato ai Berlam. L’edificio, che sorse sull’area già occupata da edifici sette-ottocenteschi (case Bardeau, Treves, Sartorio e Prandi), è decorato di notevoli opere scultoree di Giovanni Mayer (che eseguì le figure Fuoco e Aria, Pensiero e Azione, Acqua e Terra per gli archi della facciata) e di Gianni Marin (che eseguì la Previdenza e la Protezione per il balcone del primo piano). L’inaugurazione dell’edificio è ricordata da una lapide posta all’ingresso del palazzo: «NEL LXXV ANNO DI SUA FONDAZIONE / LA COMPAGNIA TREISTINA / RIUNIONE ADRIATICA DI SICURTÀ / QUESTA SEDE DEGLI UFFICI CENTRALI / DELIBERATA NELL’ANNO MCMVIII COL VOTO UNANIME / DEL DIRETTORE GENERALE COMM. ADOLFO DE FRYGYESSI / DEI DIRETTORI DOTT. EUGENIO BRUNNER / BAR. GIUSEPPE DE PARISI BAR. CIMONE DE RALLI / ENRICO SALEM DOTT. SCIPIONE CAV. DE SANDRINELLI / COSTRUITA CON DISEGNO / DEGLI ARCHITETTI RUGGERO E ARDUINO BERLAM / FELICEMENTE INAUGURA / MCMXIII /».
Al n. civ. 2 si trova invece il palazzo oggi sede della Banca Commerciale Italiana, eretto nel 1909 su progetto dell’arch. Enrico Nordio per la filiale dell’I.R. Privilegiato Stabilimento Austriaco di Credito per il Commercio e l’Industria, ove prima sorgeva il settecentesco palazzo Gadolla.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Edmondo Puecher

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PUECHER Edmondo (piazza)

Piazza Edmondo Puecher: San Giacomo. Tra le vie G. Caprin, dei Giuliani, del Rivo e della Guardia. C.A.P. 34137. Piazza così battezzata con Delibera del Consiglio Comunale n. 476 d.d. 22.6.1971, a ricordo del patriota E. Puecher.
Edmondo Puecher nacque in Trentino nel 1873; giunto in giovane età a Trieste e compiuti gli studi in questa città, si laureò in giurisprudenza, dedicandosi all’avvocatura e impegnandosi politicamente nel socialismo democratico. Lavorò alla direzione della Cassa Ammalati, fu Consigliere comunale e partecipò all’attività del Circolo di Studi sociali. Collaborò tra il 1914 ed il 1918 al giornale La Lega delle Nazioni e nel novembre 1918 fu vicepresidente del Comitato di Salute pubblica. Nel 1943 divenne il primo presidente del Comitato di Liberazione Nazionale della Venezia Giulia e nel dicembre di quello stesso anno venne arrestato e internato a Dachau. Dopo il secondo conflitto mondiale divenne Presidente delle Cooperative Operaie e Presidente del Consiglio di Zona durante l’amministrazione del G.M.A. Morì a Trieste il 30 novembre 1954. Al centro di piazza Puecher si nota una cupola in cemento armato che è la presa d’aria della sottostante galleria antiaerea di viale G. D’Annunzio; sotto piazza Puecher, inoltre, si trova un piccolo rifugio antiaereo, che però non ha comunicazione con l’accennata presa d’aria.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo del Promontorio

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PROMONTORIO (largo del)

Largo del Promontorio: San Vito-Città Vecchia. Al termine di salita al Promontorio. C.A.P. 34123.

Denominazione ottocentesca, suggerita dal fatto che questo largo si trova alla sommità di un promontorio (parte del colle di S. Vito) della costa triestina. In largo del Promontorio si trova la neoclassica villa Economo (arch. V. Presani, c. 1840), costruita per il commerciante inglese G. Hepburn, divenuta nel 1920 proprietà del barone Leo Economo, con il nome del quale è oggi comunemente nota; ospitò anche l’esploratore R.F. Burton durante il suo soggiorno triestino. All’interno venne posta nel 1898 una lapide con iscrizione dettata da d. P. Tomasin: / SETTEMBRE MDCCCL / NELL’ANNO VII DI SUA EREZIONE / OSPITAVA PLAUDENTE IN QUESTA CASA / FRANCESCO CAVALIERE DE GOSSLETH / I SERENISSIMI ARCIDUCHI / FRANCESCO CARLO – SOFIA / E I LORO FIGLI / CARLO LODOVICO – LODOVICO VITTORE / GENITORI FRATELLI / DELLA M.I.R.Ap . / FRANCESCO GIUSEPPE I / IMPERATORE D’AUSTRIA / ».

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazzale Eugenio Popovich D’Angeli

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Piazzale Eugenio Popovich D'Angeli (Google Maps)

 

POPOVICH D’ANGELI Eugenio (piazzale)

Piazzale Eugenio Popovich D’Angeli: Chiadino-Rozzol. Tra le vie C. de Marchesetti, E. Gasser e S. Barzilai. C.A.P. 34142.
Piazzale così battezzato con Delibera del Consiglio Comunale n. 369 d.d. 9.7.1962. Eugenio Popovich nacque a Trieste nel 1843; così appare dalla delibera del Consiglio Comunale del 1962, ma secondo altre fonti nacque nel gennaio 1842 e qualcuno lo ritiene «di origine dalmata ma vissuto a Trieste fin dalla primissima infanzia» (Foschiatti Coen). Popovich, che aggiunse in seguito al proprio il cognome della famiglia D’Angeli con la quale era imparentato, studiò al Ginnasio comunale di Trieste e tra il 1854 ed il 1858 fu compagno di studi del futuro Re Nicola del Montenegro. Lasciò Trieste nel 1860 – e rimase lontano da questa città per oltre sessant’anni – per stabilirsi a Torino, ove entrò a far parte del Comitato segreto trentino-istriano. Nel 1862 fu volontario in Aspromonte, nel 1866 combattè con i garibaldini nel Trentino, nel 1868 combattè in Montenegro contro i turchi. Studiò giurisprudenza alle università di Bologna e di Pisa ma si dedicò con particolare impegno al giornalismo, dirigendo per quasi venticinque anni il Diritto, giornale patriottico risorgimentale. Per la sua profonda conoscenza della situazione balcanica Popovich rese importanti servizi al giovane Regno d’Italia, grazie anche ai suoi rapporti di amicizia con Re Nicola di Montenegro; l’avvocato Popovich, infatti, ebbe parte rilevante nel favorire i rapporti tra la corte italiana e quella del Montenegro in occasione del fidanzamento e del matrimonio di Vittorio Emanuele III con Elena di Montenegro, essendo nominato anche Console generale del Montenegro. Quando quella regione venne annessa alla Serbia (1918) e quella famiglia reale fu costretta all’esilio, Popovich D’Angeli venne nominato Plenipotenziario del Montenegro alla Conferenza della pace di Versailles, dove, nonostante la sua ottima condotta – lodata anche da Clemenceau – non fu in grado di ottenere le richieste concessioni. Nominato Commendatore e Cavaliere di Gran Croce, Popovich D’Angeli visse quasi sempre a Roma; nel 1920 fece il suo primo ritorno a Trieste e Attilio Hortis con i patrioti giuliani offrirono un banchetto in suo onore a Opicina. Nel 1926, in occasione di altro suo soggiorno a Trieste, il Comune gli offrì una medaglia appositamente coniata. Nel 1928 si stabilì definitivamente a Trieste e in questa città morì quasi novantenne il 3 aprile 1931.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza del Ponterosso

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Piazza del Ponterosso (Google Maps)

 

PONTEROSSO (piazza del)

Piazza del Ponterosso: Città Nuova-Barriera Nuova. Lungo via Roma, a metà del Canal Grande. C.A.P. 34121.
Denominazione settecentesca, suggerita – come noto – dalla vicinanza del ponte (originariamente ligneo) che nel XVIII secolo venne gettato oltre il Canal Grande e che venne dipinto, appunto, di colore rosso. Questo primo ponte, risalente al 1754, venne sostituito nel 1832 da altro in ferro (disegnato, sembra, dall’arch. F. Bruyn), durato fino al 1925. L’attuale ponte, progettato nel 1924 dall’impresa Mazorana, venne inaugurato nel settembre 1925; in quell’occasione venne apposta l’iscrizione, oggi scomparsa: «RICOSTRUITO E AMPLIATO / DAL COMUNE DI TRIESTE / ESSENDO SINDACO / IL DOTT. GIORGIO PITACCO / SETTEMBRE 1925 – A. III / ».
Ai lati della piazza, che ospita nel mezzo la fontana «del puttino» detta anche del «Giovanin de Ponterosso» (scul. G. Mazzoleni, 1753), si trovano palazzo Genel, sede della Banca Nazionale del lavoro (1878, arch. A. Bacicchi, n. civ. 1) e la cosiddetta «casa rossa», edificio tardosettecentesco che ospita, tra l’altro, gli uffici dell’Università Popolare di Trieste, Ente Morale fondato nel 1899 (n. civ. 6).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo Odorico Politi

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Largo Odorico Politi (Google Maps)

 

POLITI Odorico (largo)

Largo Odorico Politi: Roiano-Gretta-Barcola. Da via dei Baseggio a via Bonomea. C.A.P. 34136.

Denominazione apposta con Delibera del Consiglio Comunale n. 60 d.d. 6.4.1956.

Odorico Politi, pittore, nacque a Udine nel 1785; operò prevalentemente nell’ambiente veneziano ma lavorò anche per Trieste, eseguendo la pala Gloria di S. Antonio per la nuova chiesa di S. Antonio Taumaturgo. Altro suo quadro si trova presso il Civico Museo Revoltella. Morì a Venezia nel 1846. In via O. Politi sorgono esclusivamente edifici dell’Istituto Autonomo Case Popolari.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo Riccardo Pitteri

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PITTERI Riccardo (largo)

Largo Riccardo Pitteri: San Vito-Città Vecchia. Tra piazza dell’Unità d’Italia e via S. Sebastiano. C.A.P. 34121.
L’attuale largo è risultato dalla demolizione di parte degli edifici che fino agli anni Trenta circondavano l’antica piazzetta Pozzo del Mare. Con Delibera del Podestà n. 1306 d.d. 18.12.1937 il nome di «piazzetta Pozzo del Mare» venne modificato in quello di «largo Riccardo Pitteri». Fino a quella data, da alcuni anni, il nome di Pitteri era dato all’attuale via Cavana. Riccardo Pitteri nacque a Trieste il 29 maggio 1853 da Ferdinando, poi Podestà di Trieste; il bisnonno, Giovan Battista Pitteri, avvocato, era stato attivo nel movimento patriottico friulano del 1848. Laureatosi in giurisprudenza a Padova e ottenuto il riconoscimento della laurea a Graz, Riccardo Pitteri preferì dedicarsi alla letteratura e alla poesia, non mancandogli disponibilità economiche in quanto la famiglia possedeva numerosi beni immobili a Trieste e in Friuli. Nel 1870 pubblicò il primo libro di versi e negli anni successivi si impegnò intensamente nell’attività poetica, dando alle stampe una quantità notevole di volumi tra i quali si ricordano quelli intitolati Versi (1884), Tibulliana (1887), Campagna (1889), Primavera (1891), Nel golfo di Trieste (1892), Patria terra (1903); nella sua opera poetica predominano i motivi idillici e patriottici, legati al suo amore per l’ambiente agreste e alla sua passione politica patriottica e irredentistica. Fu autore del poemetto Il placito del Risano (1899) e della traduzione dell’Histria (1902), poema latino di A. Rapicio. Della sua produzione poetica in dialetto triestino si ricordano Messaggio de Goldoni a Trieste (1908) e Parla Minerva dea (1910), opere giudicate oggi con una certa severità dalla critica, ma che certamente corrisposero allo spirito triestino di primo Novecento e che contribuirono non poco a dargli notevole fama non soltanto entro i confini municipali. Pitteri si dedicò inoltre alla prosa, con altri lavori tra i quali ebbero significativo successo Un’ora al Sole, Lorenzo de’ Medici, Una pagina della storia d’Aquileia. Dal 1900 al 1914 fu Presidente della Lega Nazionale e allo scoppio del primo conflitto mondiale si trasferì a Roma, ove morì il 24 ottobre 1915. Nel 1926, ricorrendo il quindicesimo anniversario della fondazione, al ricreatorio della Lega Nazionale di San Giacomo venne dato il nome di R. Pitteri e all’interno venne posta una lapide con iscrizione dettata da S. Benco: « RICCARDO PITTERI / NATO A TRIESTE NEL 1853 / MORTO A ROMA NEL 1915 / POETA E CITTADINO MAGNANIMO / LASCIO ALL’ITALIA / L’ALTO VOLO DEI CANTI / E INTANTO / CON INFATICATA COSTANZA / DI DEVOZIONE E DI SACRIFICIO / LE ERGEVA / SU TUTTE LE TERRE IRREDENTE / CONTRO LO STRANIERO / PRESIDI E FORTEZZE ITALICHE / LE MOLTIPLICATE SCUOLE GLI ASILI / DELLA LEGA NAZIONALE / CHE EBBE IN LUI IL CAPO / CHE PER QUINDICI ANNI PIENI DI STORIA / FINO ALLA GUERRA LIBERATRICE / FINO ALLA SUA MORTE / ».

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Piccola

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PICCOLA (piazza)

Piazza Piccola: San Vito-Città Vecchia. Dietro il palazzo municipale, tra largo Granatieri e via della Muda Vecchia. C.A.P. 34121.

Denominazione settecentesca per questa piazza, così chiamata per distinguerla dalla piazza Grande (oggi dell’Unità d’Italia). Il toponimo trova attestazione almeno dal 1735; cfr. i diari di A. Scussa alla data del 20.8.1735: «li fighi Zucherini hoggi si vendeuano in Piaza piccola tre al Soldo..
L’antica piazzetta ha subito notevoli mutamenti nel nostro secolo, causa le demolizioni effettuate negli anni Trenta. Rimane superstite, oltre a casa Civrani-Eisner-Polacco con ingresso in via della Procureria (1804), palazzo Costanzi (n. civ.3), importante costruzione progettata dall’arch. P. Nobile (1815-1817), in parte ristrutturata dall’arch. V. Valle nel 1841 e oggi degna sede di esposizioni. È scomparsa invece casa Bidischini, che già si trovava tra piazza Piccola e l’androna San Lorenzo, in corrispondenza dell’attuale largo Granatieri. All’opposto era casa Machlig, che formava angolo con la scomparsa androna del Pozzo, demolita per la costruzione del palazzo del Genio Civile (Ministero dei Lavori Pubblici), con ingresso in via del Teatro romano.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo Piave

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PIAVE (largo)

Largo Piave: Città Nuova-Barriera Nuova. Lungo via del Coroneo, all’altezza di via P. da Palestrina. C.A.P. 34133. Denominazione apposta con Delibera del Podestà n. 1158 d.d. 16.7.1932.
Il Piave è fiume (lungo 220 km.) che nasce dal monte Peralba e che scorre per la maggior parte attraverso il Veneto. Sfocia nel golfo di Venezia a nord-est di Lido di Iesolo ed è navigabile per 32 km. Durante il primo conflitto mondiale, dopo la sconfitta di Caporetto, costituì la linea di difesa delle truppe italiane (riva sinistra) e alla prima battaglia del Piave (9.11.1917) seguì la seconda battaglia (15-23 giugno 1918), conclusa con la ritirata delle truppe austriache. Largo Piave venne creato sull’area già occupata da parte dei fabbricati appartenenti alla Caserma Grande.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo Petazzi

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PETAZZI (largo)

Largo Petazzi: Roiano-Gretta-Barcola. Da via L. Stock a via Montorsino. C.A.P. 34135.Denominazione apposta con Delibera del Consiglio Comunale n. 477 d.d. 22.6.1971; già tratto di via Montorsino.
L’intitolazione ricorda l’antica famiglia triestina Petazzi, il cui ramo principale si estinse nel XVIII secolo, membri della quale avevano il titolo di baroni di San Servolo, di Schwarzenegg e di Castronovo. La tomba della famiglia si trova ancora nella chiesa di S. Maria Maggiore, davanti all’altare dedicato a S. Francesco Saverio, fatto costruire nel XVII secolo dal conte Nicolò Petazzi (Capitano cesareo di Trieste e di Gorizia, m. 1659) e dalla contessa Beatrice Petazzi nata baronessa de Dornberg; alla base dell’altare venne scolpita infatti l’iscrizione: «NICOLAUS / S.R.I. COMES PETTAZ / CAESAREUS / TERGEST. ET GORITIAE / CAPITANEUS / HAC / D. XAVERIO / DICATA ARA SIBI / DEARRHAVIT AETERNITATEM / ET QUAMVIS / SEMEL OCCIDENS / PULLATO SUB MARMOREI CONQUIESCAT MORTALIS / IN HOC TAMEN SUAE / ILLUSTRISSIMO PIETATIS TROPHAEO / SEMPER ORIENS RESPIRAT / IMMORTALIS /» .

Nel castello di San Giusto altra lapide ricorda un Benvenuto Petazzi: «BENVENUTUS PETATIUS / L. BARO IN SANCT SERW.LO / SCHWARZENEGG ET CASTRO / NOVO FERD. II IMP. CONSILIARI CUBIC ET PRAEFECTUS / TERGESTI ANO MDCXXX / ».

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo del Pestalozzi

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PESTALOZZI (largo del)

Largo del Pestalozzi: San Giacomo. Tra le vie dell’Istria e del Molino a Vento. C.A.P. 34137. Denominazione apposta nel 1908.
Johann Heinrich Pestalozzi, educatore e pedagogo svizzero, nacque a Zurigo nel 1746 e morì a Brugg (cantone di Berna) nel 1827. Lasciati gli studi teologici e giuridici e fallito il tentativo di creare un’azienda agricola per la rieducazione morale dei ceti sociali più bassi (1775), si dedicò completamente agli studi di pedagogia e nel 1781 pubblicò il romanzo pedagogico Lienhard und Gertrude. Nel 1798, dopo la nascita della Repubblica Elvetica, fondò un orfanotrofio e nel 1800 fondò un istituto per la formazione di insegnanti elementari. Tra le sue altre opere: Come Geltrude istruisce i suoi figli (1801), Natura e fini del metodo (1802), Madre e bambino (1827).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza del Perugino

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PERUGINO (piazza del)

Piazza del Perugino: Barriera Vecchia. Lungo via delle Settefontane, tra le vie C. Gregorutti e Conti. C.A.P. 34138. Denominazione apposta nel 1912.
Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino nacque a Città della Pieve (Perugia) tra il 1445 ed il 1450 e morì a Fontignano (Perugia) nel 1523. Celebre pittore formatosi nell’ambiente umbro e toscano di P. della Francesca e del verrocchio, eseguì in età giovanile i pannelli con le Storie di S. Bernardino (Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia) e nel 1478 si trasferì a Roma, ove lavorò anche nella cappella Sistina eseguendovi alcuni affreschi. Nella ritrattistica vanno ricordati l’Autoritratto (Collegio del Cambio, Perugia) e il Ritratto di Francesco delle Opere (Galleria degli Uffizi, Firenze). Da rammentare infine gli affreschi eseguiti (1498-1500) per la sede del Collegio del Cambio a Perugia. In piazza del Perugino sorgono importanti caseggiati dell’I.A.C.P., tra cui quello al n. civ. 6 (1922) e quello al n. civ.7 (1922); in precedenza vi era soltanto il mercato pubblico.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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